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25 anni e il dolore vive. Viale Giotto…per non dimenticare...

Il Parco della Memoria di Viale Giotto (foto N.B.) ndr.

di Nico Baratta

FOGGIA, 10 NOV. - Non c’è un anno che la città di Foggia da quel lontano 11 novembre del 1999 ricordi l’immane tragedia del crollo di Viale Giotto. Forse è seconda solo ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

Chi porta nel cuore questa sanguinante incurabile ferita, è unito dagli stessi sentimenti, dalle stesse emozioni, da ricordi che ti lacerano il pensiero, da quella sordida e latente rabbia dell’evitabile errore umano che non ha giustificazioni. [N.B.]

 
Sono trascorsi 25 anni da quando un palazzo implodendo crollò, quel palazzo. Erano le ore 03:12 e 67 persone, in pochi secondi divennero vittime, anime che Foggia ogni anno ricorda con struggente dolore, per non dimenticare. In tutti questi anni si è scritto su questa ricorrenza. E come sempre il nodo alla gola rimane per tutta la giornata. Ancora per una volta i foggiani ricordano alcuni loro concittadini. L’11 novembre di 25 anni fa Foggia subì uno dei più grandi shock del dopoguerra.

Nel 1999 un palazzo si sbriciolò in 19 secondi, sotterrando e uccidendo 67 persone. Bambini, donne, uomini, anziani, perirono atrocemente. Videro inermi e all’improvviso la morte in faccia, riconoscendola e subendola senza poter reagire. Un’atrocità che segnò la città di Foggia, che la inginocchiò innanzi a fatalità che potevano essere evitate. Tutti s’interrogarono sulle condizioni statiche di quel palazzo e poi degli edifici presenti in città. Un processo determinò cause e chi le provocò, e tra quelli c’erano chi morì sotto le macerie.
 

Da allora quell’area, a volte anche vandalizzata a spregio del ricordo, divenne il sepolcro commemorativo di 67 foggiani, “Gli Angeli di Viale Giotto”, una piazza che prese questo nome, dove fu realizzato il “Giardino della Memoria con 67 camelie, pianta che fiorisce a novembre, un’area ricordata come il Parco della Memoria. I funerali furono struggenti, dove il cuore fu fatto a brandelli, che tuttora soffoca al solo ricordo, rafforzato dal tetro spettacolo di tante bare marroni, l’una dietro l’altra, maculate da qualche di color bianco. Quel giorno la morte si sentì, si respirò, si vide.

Domani, 11 novembre 2024, nuovamente si commemorerà quella tragedia. Tutta racchiusa nel conforto delle parole scolpite sui due cippi di granito nero Africa, presenti davanti il giardino, che recitano: «… per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d’amore…» (di Fabrizio De Andrè). Davanti il grande cuore, il monumento realizzato dalla Fondazione Banca del Monte Siniscalco Ceci con la regia del Comune di Foggia e dell'associazione Parenti delle vittime, che ricordano uno per uno, nome e cognome delle vittime, mentre il profumo delle camelie cercano di coprire quello della morte, delle macerie, di quella polvere che per giorni ricoprì una città.

25 anni e ricordi, vivi, nitidi, tremendamente brutti, commemorati dalla visita dell’Amministrazione comunale che deporrà una corona di fiori, una messa in suffragio nella Cattedrale che alle ore farà suonare le campane con 25 rintocchi. Il ricordo sarà anche l’occasione per una mostra fotografica di chi c’era quel giorno, immortalando la drammaticità estemporanea della tragedia, con le foto di Monica Carbosiero alla Pinacoteca 900 e al teatro Giordano. Sarà anche proiettato il film “Civico 120”, del regista Lorenzo Sepalone, che in questi anni ha raccolto le testimonianze dei parenti delle vittime, trasformandole in racconto visivo.

 

Lì, anch'io persi un amico.
Ma il ricordo va tutto ai 67 Angeli di Viale Giotto, …per non dimenticare…




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