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LA CURA CONTRO I PREGIUDIZI

La 38.ma edizione del “Festival della Valle d’Itria” ponte tra culture, lingue,religioni, razze diverse. 


di Michele Bollettieri
BARI -  “La musica prima di tutto” è il motto di Paul Verlaine che, come stella polare, ha segnato il cammino del “Festival della Valle d’Itria”, secondo un disegno strategico di legare cultura, teatro e società che si ricollega alla visione nobile ed alta di Paolo Grassi, un milanese di origini pugliesi, che aveva conservato per intero la caratteristica dei migliori meridionali: passione,creatività, impegno civile. Questo Festival, giunto ormai alla sua 38esima edizione, ha costantemente osservato l’originaria ispirazione di “servizio alla cultura” , affermandosi sempre più come laboratorio pubblico o, meglio, come fucina ribollente di idee, emozioni, dibattito, incontri, in una parola come “ teatro dell’impegno” che, al tempo stesso, è “d’arte” e “sociale”. Ogni cartellone di questa rassegna, da annoverare tra le italiche eccellenze, propone un gran teatro di musica, aperto a tutti, che, con il fascino del suono degli strumenti e del canto, lancia un ponte ideale, nel nome dell’unità dei popoli e dei loro costumi, tra passato e presente, tra culture, lingue e religioni diverse, alla ricerca costante del dialogo tra civiltà per giungere alla comprensione, tolleranza e perdono, contro ogni forma di pregiudizio e di discriminazione, al fine di esorcizzare le paure di una società ferita e smarrita. “E dentro è l’uno e di fuor l’altro io sento” ! Nel segno di questo passo del Tasso si svilupperà l’ edizione di quest’anno, dedicata al dialogo tra le civiltà, che vivrà dal 14 luglio al 2 agosto nelle amene località di Martina Franca, Cisternino e Noci poste in bella posizione nella Valle dei Trulli . Ventinove gli appuntamenti (ben più di uno al giorno!) con la musica, il teatro, il cinema, che, sotto la illuminata guida di Alberto Triola, generoso ed appassionato direttore artistico della Rassegna, scuoteranno le antiche ed assolate pietre di queste incantevoli zone situate nel cuore delle Puglie Si inizia il 14 Luglio con uno spettacolo di Gabriele Lavia, il dramma metastasiano “Artaserse” ( 1729), intonato da Johann Adolf Hasse; il grande uomo di teatro, al suo debutto in un’opera barocca, con lo scenografo Alessandro Camera ed il costumista Andrea Viotti, ha immaginato un mondo astratto ed evocativo di un potere corroso dal riproporsi della violenza e dalle inquietudini che in ogni tempo accompagnano ambizioni e dolori. Sul podio, Corrado Rovaris, direttore musicale dell’Opera di Filadelfia, mentre il cast vocale conta su autentici fuoriclasse del repertorio belcantistico, quali: Maria Grazia Schiavo, Sonia Prina e Franco Fagioli; accanto a loro tre giovani dal brillante avvio di carriera: Anicio Zorzi Giustignani, Antonio Giovannini e Rosa BoveGrande attesa per l’opera nuova “Nur” (luce, in lingua araba) commissionata dal Festival al musicista Marco Taralli su libretto di Vincenzo De Vivo, elaborato da uno spunto originale di Marco Buticchi. Si tratta di un’opera da camera in un atto ambientata in un improvvisato ospedale da campo allestito frettolosamente all’indomani del terremoto che ha distrutto la città dell’Aquila. Jordi Bernàcer, al suo debutto festivaliero, guiderà un ensemble cameristico di 19 elementi, mentre la regia sarà affidata a Roberto Recchia. Il cast risulta formato da stelle di prima grandezza del firmamento teatrale quali Tiziana Fabbricini e Paolo Coni, affiancati da giovani che sono molto più di valide promesse come David Ferri Durà, David Sotgiu, Marta Calcaterra ed Emanuele CordaroTerza opera è “Zaira” , la cui protagonista è una delle grandi sventurate eroine belliniane, capace di amare al di là del pregiudizio e di ogni convenzione. Nella difficilissima parte, la giovane e bella spagnola Saloia Hernandez, allieva di Montserrat Caballè, il cui strumento vocale possiede le caratteristiche timbriche di estensione e di agilità richieste dal difficile ruolo. Al suo fianco Simone Alberghini ed Anna Malavasi, mentre completano il cast Enea Scala e Abramo Rosalen. Al giovane e lanciatissimo Giacomo Sagripanti, la responsabilità della parte musicale, mentre quella visiva è affidata a Rosetta Cucchi ed al suo team creativo. Quarta ed ultima opera in programma è “Orfeo” (1647), composto dal compositore pugliese Luigi Rossi, su libretto di Francesco Buti, rielaborata in chiave contemporanea dalla compositrice Daniela Terranova e dal drammaturgo Fabio Ceresa, che ne curerà anche la regia. Protagonisti di quest’opera saranno i giovani artisti dell’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti”, ampiamente impegnati anche in tutti gli altri spettacoli e concerti del Festival Nutritissimo è il cartellone dei concerti che presenta due serate con orchestra, il tradizionale concerto in Basilica ed una decina di programmi cameristici. A parte il calendario completo della 38.ma edizione del “Festival della Valle d’Itria”.




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