RAI ELETTI I MEMBRI DEL CDA. MA LE POLEMICHE NON FINISCONO
di Redazione
ROMA - Nominati i sette membri del Cda Rai di nomina parlamentare. Dopo le scintille di ieri tra il presidente della Camera e quello del Senato, seguite alla mancanza del numero legale in Vigilanza voluta dal Pdl, la commissione presieduta da Sergio Zavoli è pervenuta ad una soluzione. I nuovi consiglieri di viale Mazzini sono, per il Pdl: Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani, per il Pd: Gherardo Colombo, Benedetta Tobagi e, infine, per il Terzo polo, Rodolfo De Laurentis. Non è stata eletta quindi Flavia Nardelli Piccoli (figlia dell'ex ministro Dc Flaminio Piccoli). Ieri il senatore Pdl Paolo Amato aveva detto di voler votare per lei, in dissonanza con il suo partito. Il Popolo delle Libertà ha quindi deciso di far mancare il numero legale. Contemporaneamente, su richiesta del leader di Coesione Nazionale Pasquale Viespoli e in seguito al ricalcolo proporzionale dei seggi, il presidente del Senato Renato Schifani ha sostituito Amato (indicato da Gasparri come membro Pdl in eccedenza) proprio con Viespoli. Amato ha inizialmente annunciato che non si sarebbe dimesso dalla Vigilanza negando anche di aver dato le dimissioni dal gruppo Pdl al Senato. Immediatamente la replica di Gaetano Quagliarello, vicepresidente dei senatori del PDL, "Amato mi ha detto che si sarebbe dimesso, se ci ha ripensato ne prendiamo atto, ma non passi per vittima, è tutta una cosa studiata a tavolino per alterare equilibri". "Ho visto i giornali, ieri ho vissuto in prima persona la vicenda e tra le due cose non c'é corrispondenza. Con Amato ho sempre avuto un eccellente rapporto ma la mai impressione è che ci sia stata una regia esterna". Non c'é 'corrispondenza', dice Quagliariello, "perché io ho parlato con lui la sera delle votazioni e mi disse che avrebbe seguito le indicazioni del gruppo. Ieri mattina me lo ha riconfermato. Quando ha fatto la dichiarazione all'Ansa in cui diceva di votare per un altro candidato, mi ha detto di rendersi conto che questa cosa comportava la sua espulsione dal gruppo. Oggi sui giornali leggo tutt'altro". "Mi ha detto - prosegue - che si dimetterà , con un discorso lineare, perché si è reso conto della gravità della cosa. Se ci ha ripensato, ne prendiamo atto. Però non passi come una vittima, perché non lo è. Non vorrei che sfruttasse un'onda mediatica. Però ho la sensazione che sia stato tutto programmato a tavolino, con l'obiettivo di creare una maggioranza differente nella Rai e camuffare come esigenza della società civile il fatto che gli equilibri venissero modificati". Subito il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva definito la vicenda “un fatto di inaudita gravità politica”. “È vero che la questione dell’assenza dalla commissione parlamentare di Vigilanza Rai del gruppo Coesione Nazionale è stata posta ai presidenti delle Camere dal senatore Viespoli il 12 giugno scorso. Il 18 giugno ho risposto al senatore Viespoli e al presidente Schifani che la questione poteva trovare soluzione esclusivamente nell’ambito della quota di seggi spettante al Senato in quanto il gruppo Coesione nazionale non è presente alla Camera dei deputati”. Per Fini “non è quindi sulla correttezza formale della sostituzione del senatore Amato che bisogna riflettere, bensì sulla tempistica della decisione del presidente Schifani”. A Fini ha replicato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, per il quale Schifani “come sempre ha svolto il suo ruolo in modo esemplare, garantendo la regolarità assoluta negli atti della commissione Vigilanza Rai e impedendo che uno squilibrio tra le forze politiche in commissione, denunciato più volte in Aula, ne inficiasse la valenza”. “Non accettiamo, quindi, alcuna critica - sostiene Alfano -, a maggior ragione da parte di chi, in pieno esercizio del suo alto ruolo istituzionale, ha fondato un partito, ha indetto riunioni nello studio a lui assegnato in qualità della sua carica ed è più volte intervenuto in maniera strumentale e partigiana nelle dinamiche politiche e parlamentari tentando di orientarle dall’alto del suo scranno”. Anche per il capogrupo dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto: “Il comportamento del presidente Schifani è ineccepibile oggi, come è stato ineccepibile nel corso di tutta la legislatura”. Con i nomi della Tobagi e di Colombo membri della sinistra faranno sentire la propria voce, ma ciò nonostante Antonio Di Pietro ha replicato che "siamo di fronte a un vero e proprio golpe". "È stato cambiato il collegio elettorale mentre erano in corso le votazioni: una lesione inaccettabile della democrazia. Una truffa a cui il presidente del Senato si è prestato e per questo dovrà risponderne". "Con il voto di oggi nella Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai abbiamo evitato un commissariamento, che sarebbe stato immotivato per l'Azienda, ma soprattutto sono stati stroncati giochetti e manovre politiche poco trasparenti", ha invece ribadito il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri a proposito del voto sul Cda Rai. "Come prevede la normativa vigente - aggiunge - è stato eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione, che adesso dovrà continuare il lavoro positivo portato avanti finora, guardando al futuro dell'azienda ed anche ad una sua possibile parziale privatizzazione. Infatti molti, troppo spesso, dimenticano che la legge del 2004 già stabilisce le modalità di privatizzazione della Rai. Adesso, quindi, l'azienda potrà continuare il suo cammino, anche attraverso una parziale privatizzazione".
ROMA - Nominati i sette membri del Cda Rai di nomina parlamentare. Dopo le scintille di ieri tra il presidente della Camera e quello del Senato, seguite alla mancanza del numero legale in Vigilanza voluta dal Pdl, la commissione presieduta da Sergio Zavoli è pervenuta ad una soluzione. I nuovi consiglieri di viale Mazzini sono, per il Pdl: Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani, per il Pd: Gherardo Colombo, Benedetta Tobagi e, infine, per il Terzo polo, Rodolfo De Laurentis. Non è stata eletta quindi Flavia Nardelli Piccoli (figlia dell'ex ministro Dc Flaminio Piccoli). Ieri il senatore Pdl Paolo Amato aveva detto di voler votare per lei, in dissonanza con il suo partito. Il Popolo delle Libertà ha quindi deciso di far mancare il numero legale. Contemporaneamente, su richiesta del leader di Coesione Nazionale Pasquale Viespoli e in seguito al ricalcolo proporzionale dei seggi, il presidente del Senato Renato Schifani ha sostituito Amato (indicato da Gasparri come membro Pdl in eccedenza) proprio con Viespoli. Amato ha inizialmente annunciato che non si sarebbe dimesso dalla Vigilanza negando anche di aver dato le dimissioni dal gruppo Pdl al Senato. Immediatamente la replica di Gaetano Quagliarello, vicepresidente dei senatori del PDL, "Amato mi ha detto che si sarebbe dimesso, se ci ha ripensato ne prendiamo atto, ma non passi per vittima, è tutta una cosa studiata a tavolino per alterare equilibri". "Ho visto i giornali, ieri ho vissuto in prima persona la vicenda e tra le due cose non c'é corrispondenza. Con Amato ho sempre avuto un eccellente rapporto ma la mai impressione è che ci sia stata una regia esterna". Non c'é 'corrispondenza', dice Quagliariello, "perché io ho parlato con lui la sera delle votazioni e mi disse che avrebbe seguito le indicazioni del gruppo. Ieri mattina me lo ha riconfermato. Quando ha fatto la dichiarazione all'Ansa in cui diceva di votare per un altro candidato, mi ha detto di rendersi conto che questa cosa comportava la sua espulsione dal gruppo. Oggi sui giornali leggo tutt'altro". "Mi ha detto - prosegue - che si dimetterà , con un discorso lineare, perché si è reso conto della gravità della cosa. Se ci ha ripensato, ne prendiamo atto. Però non passi come una vittima, perché non lo è. Non vorrei che sfruttasse un'onda mediatica. Però ho la sensazione che sia stato tutto programmato a tavolino, con l'obiettivo di creare una maggioranza differente nella Rai e camuffare come esigenza della società civile il fatto che gli equilibri venissero modificati". Subito il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva definito la vicenda “un fatto di inaudita gravità politica”. “È vero che la questione dell’assenza dalla commissione parlamentare di Vigilanza Rai del gruppo Coesione Nazionale è stata posta ai presidenti delle Camere dal senatore Viespoli il 12 giugno scorso. Il 18 giugno ho risposto al senatore Viespoli e al presidente Schifani che la questione poteva trovare soluzione esclusivamente nell’ambito della quota di seggi spettante al Senato in quanto il gruppo Coesione nazionale non è presente alla Camera dei deputati”. Per Fini “non è quindi sulla correttezza formale della sostituzione del senatore Amato che bisogna riflettere, bensì sulla tempistica della decisione del presidente Schifani”. A Fini ha replicato il segretario del Pdl, Angelino Alfano, per il quale Schifani “come sempre ha svolto il suo ruolo in modo esemplare, garantendo la regolarità assoluta negli atti della commissione Vigilanza Rai e impedendo che uno squilibrio tra le forze politiche in commissione, denunciato più volte in Aula, ne inficiasse la valenza”. “Non accettiamo, quindi, alcuna critica - sostiene Alfano -, a maggior ragione da parte di chi, in pieno esercizio del suo alto ruolo istituzionale, ha fondato un partito, ha indetto riunioni nello studio a lui assegnato in qualità della sua carica ed è più volte intervenuto in maniera strumentale e partigiana nelle dinamiche politiche e parlamentari tentando di orientarle dall’alto del suo scranno”. Anche per il capogrupo dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto: “Il comportamento del presidente Schifani è ineccepibile oggi, come è stato ineccepibile nel corso di tutta la legislatura”. Con i nomi della Tobagi e di Colombo membri della sinistra faranno sentire la propria voce, ma ciò nonostante Antonio Di Pietro ha replicato che "siamo di fronte a un vero e proprio golpe". "È stato cambiato il collegio elettorale mentre erano in corso le votazioni: una lesione inaccettabile della democrazia. Una truffa a cui il presidente del Senato si è prestato e per questo dovrà risponderne". "Con il voto di oggi nella Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai abbiamo evitato un commissariamento, che sarebbe stato immotivato per l'Azienda, ma soprattutto sono stati stroncati giochetti e manovre politiche poco trasparenti", ha invece ribadito il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri a proposito del voto sul Cda Rai. "Come prevede la normativa vigente - aggiunge - è stato eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione, che adesso dovrà continuare il lavoro positivo portato avanti finora, guardando al futuro dell'azienda ed anche ad una sua possibile parziale privatizzazione. Infatti molti, troppo spesso, dimenticano che la legge del 2004 già stabilisce le modalità di privatizzazione della Rai. Adesso, quindi, l'azienda potrà continuare il suo cammino, anche attraverso una parziale privatizzazione".
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