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Foggia e Napoli così vicine e così lontane

Il legame affettivo tra Napoli e Foggia messo stupidamente a rischio da un gruppo di facinorosi
 
 

di Mario Schena

FOGGIA - Che il mondo del calcio sia pieno di microcefali da premio Nobel per l’imbecillità è cosa nota. Sabato pomeriggio se ne è avuta, nonostante non se ne sentisse affatto il bisogno, l’ennesima conferma. Un gruppo di pseudo tifosi campani ha ideato e teso un agguato ai due pullman dei tifosi del Foggia che stavano raggiungendo lo stadio “Collana” al quartiere Vomero per assistere alla gara della propria squadra che la vedeva opposta al Campania. Un nutrito gruppo di delinquenti è sbucato all’improvviso assaltando i due torpedoni, danneggiandoli e cercando di dar loro fuoco, rischiando una strage. Ad avere la peggio due auto di ignari ed incolpevoli cittadini napoletani che, trovandosi al posto sbagliato nel momento sbagliato, ci hanno rimesso le proprie vetture andate in fumo. Qualcuno dirà “cose che accadono nel mondo del calcio dove l’avversario è visto come il nemico da annullare, a volte anche fisicamente”. Dispiace, ma ancora una volta non siamo d’accordo. Nella nostra lunga esperienza di cronista ne abbiamo viste di tutti i colori, ma il sud ed in particolare Napoli si erano sempre distinte per un tifo folkloristico, allegro, punzecchiante e ricco di sfottò, ma mai violento. Invece, anche il meraviglioso pubblico partenopeo, o meglio, una parte di esso ha voluto adeguarsi al peggio. Tra Foggia e Napoli si sono disputate gare accesissime con i tifosi a stretto contatto di gomito, ma al di là di qualche scazzottata per eccesso di presa in giro, non è mai accaduto nulla di serio, questo sino qualche anno fa, quando le due tifoserie, tra l’altro gemellate, ruppero ogni patto di non belligeranza. Peccato, è stata persa ancora una buona occasione, forse l’ultima, per distinguersi in senso positivo tra le tante negatività che affliggono l’Italia meridionale. E’ inutile disquisire sul perché sia accaduto e cosa bisogna fare per debellare la violenza nel calcio. Di dibattiti in merito se ne sono tenuti a centinaia. Continueranno ad esserci scontri, feriti e qualche volta potrà scapparci anche il morto, ma al di là della tessera del tifoso e del DASPO (il divieto di assistere a manifestazioni sportive) applicato ai più violenti poco si è fatto e nulla si fa per cambiare soprattutto la mentalità e l’approccio ad una gara di calcio. Siamo tutti d’accordo nell’ elogiare gli Inglesi che hanno sconfitto il fenomeno Hooligan e che hanno gli stadi senza barriere, ma se non ci fosse stato in merito un deciso e duro intervento delle istituzioni non sarebbe cambiato nulla. Questo in Italia non sappiamo quando accadrà, forse mai e l’unico risultato che si otterrà continuando a tollerare assedi, assalti e violenza sarà quello di allontanare sempre di più la gente dagli stadi che già appaiono desolatamente vuoti. Il calcio, inteso come sport e spettacolo non ha bisogno di questa teppaglia che, non avendo e non potendo fare nulla di meglio, passa il tempo ad organizzare guerriglie urbane, ma il nostro timore è che anche questa volta sia inchiostro sprecato.



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