Commissioni, e' scontro Pd-Pdl Salta Nitto Palma alla Giustizia
Nitto Palma. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 7 MAG. (AGI) - Legislatura tormentata, larghe intese gia' in fibrillazione: doveva essere la giornata dell'avvio della piena attivita' parlamentare, si chiude con il Pdl che lancia accuse al veleno al Pd. All'ordine del giorno della politica l'elezione dei presidenti delle commissioni di Camera e Senato, organi essenziali per la normale attivita' legislativa. Da tempo se ne chiedeva la nomina per permettere al Parlamento di iniziare a funzionare. Oggi e' andato tutto secondo le speranza, tranne che nella commissione giustizia del Senato. E di qui sono iniziati i problemi.
Questo il semplice riepilogo delle votazioni: alla Camera otto presidenze sono andate al Pd, cinque al Pdl, una a Scelta civica e una al Movimento 5 Stelle. Al Senato sei presidenze al Pd, cinque al Pdl e una a Scelta Civica. A Palazzo Madama ne manca, per l'appunto, una: la giustizia, dove si sono avute due votazioni non andate a buon fine e si tentera' giovedi'. Il fatto e' che alla prima e alla seconda votazione per l'elezione del presidente della Commissione Giustizia al Senato, il candidato Francesco Nitto Palma (Pdl) ha ottenuto prima 12 e poi 13 voti a favore, mentre la maggioranza necessaria era di 14. Palma, ex ministro del governo Berlusconi, e' a dir poco adirato: "C'era un accordo e non e' stato rispettato, non ha dato i suoi frutti".
Ma e' tutto il Pdl a denunciare l'accaduto, a partire dal capogruppo Renato Schifani. "Il no a Francesco Nitto Palma e' un fatto politico, una cosa organizzata, non un caso di franchi tiratori. Ognuno ora dovrebbe assumersi le sue responsabilita'", tuona. Gli fa eco Maurizio Gasparri: "Quanto accaduto e' inaccettabile. Bersani e Zanda mettano in riga i propri senatori o li sostituiscano con i principali esponenti del Pd a Palazzo Madama. E' chiaro ora a tutti chi viola i patti e chi li rispetta. Il Pdl e' un partito serio. Il Pd e' il regno del caos".
In altre parole: fibrillazione piena per l'asse su cui si regge la Grande Coalizione del Governo Letta.
Anche perche' da parte del Pd qualcuno ammette di non aver votato per il candidato ufficiale. Ora ci sono 48 ore per rimediare, ma l'impresa appare improba. Difficile anche trovare una soluzione soddisfacente per tutti per le commissioni bicamerali, Copasir (servizi segreti) e Vigilanza Rai, di solito appannaggio delle opposizioni. E quindi al Movimento, che hanno votato contro la fiducia al Governo. Ma alla Camera la Lega si e' astenuta. Tocca qualcosa anche a lei? I grillini sparano a zero, Sel ribatte accusandoli di essere i primi a soffrire di attaccamento alla poltrona. Si va alla prossima settimana, in attesa di ulteriori sviluppi.
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