M5s blocca lavori Camera, in corsa su dl e riforme
L'ingresso della Camera dei Deputati. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 25 LUG. - L'ostruzionismo del Movimento 5Stelle genera il caos alla Camera, dove l'ingorgo dei provvedimenti urgenti da approvare si trasforma in una matassa difficile da sbrogliare se non attraverso il ricorso alla fiducia e a ritmi serrati, tanto che i deputati con alta probabilita' saranno chiamati a lavorare per tutto il week end. Ed e' gia' corsa corsa contro il tempo per evitare la decadenza di alcuni decreti, primo fra tutti quello sull'ecobonus, che scade il 4 agosto e deve anche passare al vaglio del Senato. Il governo, di fatti, ha gia' messo in conto di dover porre la questione di fiducia sul decreto, la cui discussione generale sarebbe gia' dovuta iniziare a Montecitorio. L'ipotesi che circola al momento, viene spiegato, e' che domani pomeriggio, incassato il via libera al dl Fare - voto previsto intorno alle 12 - inizia la discussione generale sul decreto Ecobonus. Sabato il governo dovrebbe porre la fiducia, con voto domenica. Se i grillini proseguiranno con il blocco dei lavori della Camera, domenica e' presumibile che si vada a una nuova seduta notturna.
Maggioranza e 'ambasciatori' di palazzo Chigi stanno tentando una sorta di mediazione con i grillini, che hanno chiesto a Letta un incontro e insistono sulla necessita' di rinviare a settembre il ddl riforme, dicendosi pronti a interrompere l'ostruzionismo qualora l'esecutivo raccolga la loro richiesta.
Al momento, viene spiegato, nessun incontro e' stato fissato, anche se non e' escluso che una delegazione dei grillini possa varcare le porte di palazzo Chigi. - Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari a 5 Stelle, la presidente della Camera, Laura Boldrini, avrebbe - con contatti informali - cercato un punto di caduta, proponendo che il ddl costituzionale venisse rinviato ai primi di settembre, indicando la data del 9 settembre. Tentativo, tuttavia, andato a vuoto. Nel collo dell'imbuto finiscono anche altri provvedimenti ritenuti prioritari dall'esecutivo, a causa dei lavori dell'aula che si protraggono ad oltranza - oggi nuova seduta notturna - con la diretta conseguenza del blocco delle commissioni, impossibilitate ad esaminare gli emendamenti, votare e quindi licenziare per l'aula i testi. Tra le priorita' fissate dal premier e dal governo, a rischio slittamento, il ddl riforme, che da calendario dovrebbe approdare in aula lunedi'; le norme contro l'omofobia, il cui esame doveva iniziare domani; le nuove norme sulla diffamazione a mezzo stampa, ancora in commissione Giustizia; il ddl sull'abolizione del finanziamento ai partiti, sul quale grava anche l'enorme mole di emendamenti e la richiesta del governo di dare una corsia preferenziale alle riforme. Ultimo solo in ordine di tempo il decreto lavoro, ancora all'esame del Senato. Difficile, stando a quanto confermano fonti ministeriali, che Letta e il ministro Quagliariello possano cedere sulle riforme: il timing fissato, infatti, e' strettissimo e l'obiettivo di arrivare all'ok in prima lettura da parte dei due rami del Parlamento del ddl costituzionale entro l'estate e' considerato tra i capisaldi del programma stesso di governo. Solo ieri, del resto, il ministro aveva scandito: "Sul rispetto dei tempi non si transige". Per alcuni esponenti dell'esecutivo, inoltre, acconsentendo alla richiesta dei grillini, si fa notare, si creerebbe un 'pericoloso precedente'.
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