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Fiducia ad Alfano Epifani: serve un 'tagliando' al governo

Letta e Alfano. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 19 LUG. (AGI) - "Sono determinato, non ho alcuna intenzione di deludervi e non vi deludero'". Enrico Letta interviene in aula al Senato per difendere il suo governo dalle critiche sul caso Shalabayeva e per stoppare la mozione di fiducia ad Angelino Alfano. La fiducia che chiede al suo esecutivo viene concessa dall'aula e anche la stragrande maggioranza del gruppo Pd vota a favore. Ma gia' Guglielmo Epifani chiede un 'tagliando' a settembre per il governo. E il Pdl, che nelle ore prima dell'intervento del Capo dello Stato aveva preso in considerazione l'ipotesi estrema di un passo indietro di Alfano, ora blinda l'esecutivo per i prossimi mesi. Da palazzo Chigi negano che ci siano elementi tali da far pensare a un rimpasto, si prende atto delle richieste di chiarimento della maggioranza e gia' nei prossimi giorni assicurano che il premier non si sottrarra' al confronto. E' gia' in agenda, ad esempio, la presenza di Letta alle riunioni dei gruppi parlamentari Pd. Ma il tema al centro dell'agenda, nelle intenzioni di palazzo Chigi, e' riportare al centro del dibattito l'attivita' dell'esecutivo. "Rispetto alla conduzione del governo e alle battaglie politiche necessarie" per affrontare le emergenze del Paese "non vorrei - osserva Letta - che su di me si commettesse un errore di valutazione", ovvero che "la buona educazione venisse scambiata per debolezza". Una tenacia che oggi Letta ha visto, con soddisfazione, riconosciuta anche dal severo Economist che in un editoriale afferma come "per il leader di un governo creato per vivere alla giornata, Enrico Letta ha una serie di sorprendenti piani a lungo termine" ed ha avuto "un buona partenza con buone iniziative prive di controversie" in campo economico. Durante il suo intervento al Senato, il premier ricorda che la relazione del capo della Polizia, Pansa, "non fa sconti" nel ricostruire "fatti che nel 2013 non sono intollerabili" e che "non abbiamo intenzione di mollare la presa" perche' "ci sono ancora oscure motivazioni" ma a un certo punto cambia registro e guarda alla sostanza politica della bufera che lo ha portato a Palazzo Madama accanto al vicepremier e suo ministro dell'Interno. "Basta - scandisce il presidente del Consiglio - con lo stato di precarieta' permanente. E' qualcosa che non mi appartiene come il tic costante del complotto e del mito del nemico brutto, sporco e cattivo nascosto dietro gli avversari politici". "Quando non possono essere trovate soluzioni immediate scegliamo e rivendichiamo la costruzione paziente" per arrivare alla risoluzione delle questioni sul tappeto e se "chi vuole logorare il governo parla di rinvii, io parlo di serieta'". E Guglielmo Epifani concorda: "Ora il governo deve andare avanti, impegnarsi per affrontare i problemi del Paese e, garantendo la massima trasparenza, ridare credibilita' a tutta la catena dei nostri servizi di sicurezza, anche per evitare che si possano ripetere fatti gravissimi come quelli che sono accaduti". Finisce tutto con la bocciatura della mozione di sfiducia, presentata da Movimento 5 Stelle e Sel, con 226 no, 55 si' e 13 astenuti. E con l'apprezzamento da parte di Silvio Berlusconi per le parole di Letta. "C'era una mozione di sfiducia. E' stata bocciata. Io sono soddisfatto" commenta Angelino Alfano dopo il voto, e in serata sostituisce il suo capo di gabinetto dimessosi nei giorni scorsi con il prefetto Luciana Lamorgese. E resta, nel Pd, la fronda di chi non ha condiviso il no alla mozione di sfiducia. Sono tre i senatori che non hanno votato, riferisce Esposito: Puppato, Ricchiuti e Tocci. Tre invece gli assenti, sempre secondo il senatore del Pd, gia' annunciati: Sollo, Mineo e Pezzopane (che sarebbe malata). La questione sara' affrontata nella riunione del gruppo di mercoledi'. "Se non saranno assunti provvedimenti io usciro'", dice Esposito. Zanda sembra pero' escludere conseguenze per i dissidenti.





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