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Molfetta (Ba). Il museo diocesano fa’ il pieno di famiglie

Una immagine della conferenza. (foto com.) ndr.

di Paola Copertino

BARI, 16 OTT. - Ancora un grande successo per il Museo Diocesano di Molfetta e i suoi instancabili giovani soci della Cooperativa FeArt,ente gestore del sito,che sono riusciti in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, a coinvolgere grandi e piccoli con una serie di interessanti iniziative. E’ stata infatti proposta una modalità originale di visita al museo:la caccia al tesoro, iniziativa già proposta in altre occasioni e con riscontri positivi in quanto i più piccoli si sono sentiti coinvolti e hanno familiarizzato con quadri, statue e sculture venendole imparando a conoscerle da vicino. L’ esperienza, viste le espressioni dei piccoli che scorazzavano per le stanze del museo, è divertente e formativa, anche perché presuppone un’ interazione fra grandi e piccoli, genitori che accompagnano figli, cosa che ormai non avviene tanto spesso nella società moderna. All’ iniziativa hanno aderito 345 musei in tutta Italia, per Molfetta è la quinta edizione di “ Storie da Museo” che sta coinvolgendo sempre più famiglie con i loro bambini. Ogni anno cambia il tema; quest’ anno è stato scelto il viaggio come filo conduttore, ha affermato una delle socie della cooperativa FeArt, che ha presentato l’ iniziativa e accolto gli ospiti al museo. Infatti oltre la caccia al tesoro, durante la serata è stato presentato da Gino Sparapano, direttore dell’ ufficio per le Comunicazioni sociali, il libro “Pacobiclip ed altri racconti. Trilogia del viaggio terra – mare – cyberspazio”(Edizioni Gelsorosso) del giornalista Rai Enzo Quarto, autore di numerose e pregevoli pubblicazioni. Il volumetto, adatto ad un pubblico dai 9 ai 99 anni, è corredato da splendide illustrazioni create da Manuela Trimboli che sono state affisse lungo le pareti della sala per poter essere ammirate. Ha inoltre un cd allegato con l’ opera da camera in tre quadri di Gian Luca Baldi che accompagna le parole magiche di questo testo che riserva sempre tanti piani di lettura, secondo chi e come ci si pone. Il libro ha ribadito Sparapano, entusiasma ad ogni successiva lettura fornendo nuovi spunti di riflessione. Il massimo sarebbe che un adulto lo leggesse ad un bambino come scambio generazionale e condivisione di emozioni. Più volte il giornalista Quarto ha puntato sulle parole: rispetto, condivisione, dialogo, ritorno dei valori ispirandosi agli insegnamenti di Papa Francesco. Nel libro vi sono tre racconti sulla metafora del viaggio, fuori e dentro di noi;viaggio come spostamento al di fuori o all’ interno della propria coscienza, dalla testa al cuore. E’ stata scelto il linguaggio della favola perché le favole si rivolgono a tutti, i latini le scrivevano soprattutto per gli adulti. Il dottor Quarto ha fatto notare come il ‘900 sia martoriato dalle guerre su tutto il pianeta, per anni i superstiti dei campi di concentramento non sono riusciti a raccontare le atrocità subite, mentre ora l’ ipertecnologia rende difficile la comunicazione fra generazioni. C’ è l’ idolatria del dio denaro che deve essere usato come un mezzo non un fine da raggiungere. Il racconto della vita infatti non passa dal computer, bisogna conoscere il passato e tutelare l’ ambiente. Ripetute tre parole del papa presenti nel libro che danno senso alla vita:chiedere permesso, scusa e dire grazie; sono questi dei valori fondamentali, da recuperare insieme all’ importanza per le piccole cose. A rendere ancora più avvincente ed interessante questo dialogo fra Luigi Sparapano ed Enzo Quarto, è stata la lettura magistrale di Corrado La Grasta, attore del Teatro dei Cipis che ha interpretato alcune pagine dei tre racconti. In uno il protagonista va’ alla ricerca della fonte dell’ acqua ridente, che potrebbero essere i valori scomparsi. Quarto ha invitato i presenti a chiedersi cosa vogliono dalla vita, cosa si aspettano coinvolgendo anche i più piccoli. Tutto quello che facciamo, è emerso, è finalizzato al raggiungimento della gioia. Anche la voce e l’ immagine sono importanti nella comunicazione per questo il volume è supportato da illustrazioni vivaci e che catturano e dalla musica creata per l’ occasione. Quarto ha ribadito l’ importanza della relazione, che la felicità non va ricercata a tutti i costi, soprattutto se va a danno degli altri, temi presenti anche nel secondo racconto:” Una nave per girare il mondo”.La natura è più forte di noi, non possiamo pensare di sfidarla ; l’ ambiete va protetto e rispettato: Bisogna cercare un equilibrio fra interiorità ed esteriorità, distinguendo bene il reale dal virtuale, valorizzare le relazioni,ora sostituite con i social network che creano rapporti falsi. Quarto ha poi rivolto i complimenti all’ attore per aver fatto vivere i personaggi dei racconti. Oggi siamo un po’ tutti omologati ci adeguiamo alle mode, sopraffatti dalla pubblicità finalizzata alla vendita. Si deve invece riscoprire il senso della gratuità, l’ importanza di donarsi ed essere convinti che le idee sono patrimonio di tutti. L’ ultimo racconto, quello che vede Pacobiclip protagonista, è il più complesso sia perché riguarda l’ altra dimensione anche per le tematiche affrontate: la ricerca del senso della vita. E’ più facile catturare con il dolore il pubblico, proprio per questo Enzo Quarto è promotore di un laboratorio della bella notizia rivolto anche alle scuole in cui viene dato spazio agli episodi e ai valori positivi. Una iniziativa, quella al museo sicuramente da riproporre, per la formula, i contenuti e la condivisione fra generazioni. Un plauso al dottor Quarto che ,attraverso il linguaggio della favola, fa riflettere sulla vita e sui temi fondamentali un pubblico da 9 a 99 anni.





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