Molfetta (Ba). La comunicazione con il cuore oltre che con la rete
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Una immagine della conferenza. (foto) ndr. |
È stato un momento di incontro, riflessione e preghiera, quello organizzato lo scorso 24 gennaio, Festa di San Francesco di Sales, protettore dei Giornalisti, Scrittori e Autori tenutosi presso l'Auditorium della parrocchia Immacolata di Giovinazzo alla presenza di Enzo Quarto, giornalista Rai, direttore dell’Ufficio regionale comunicazioni sociali e presidente UCSI Puglia; di Valentino Losito, presidente dell’Ordine Giornalisti della Puglia; di Mons. Luigi Martella, Vescovo e Delegato della CEP per la Cultura e le Comunicazioni sociali e di Luigi Sparapano, direttore Ufficio diocesano Comunicazioni sociali
di Paola Copertino
MOLFETTA (BA), 27 GEN. - La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali viene celebrata la II Domenica che precede la Pentecoste, giorno in cui viene data lettura del messaggio del Papa pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales. Quest’anno cadrà il 1° giugno, per Molfetta, anche la giornata del settimanale diocesano “Luce e Vita”. La serata è stata introdotta dalla Liturgia della Parola, guidata da don Angelo Garafalo, un momento quindi di preghiera e raccoglimento, a cui è seguita una riflessione a tutto tondo e a più voci sul tema scelto: "Comunicazione a servizio di un'autentica cultura dell'incontro". Tutti i relatori hanno evidenziato che nella nostra epoca si sta sviluppando una nuova cultura, favorita dalla tecnologia e che la comunicazione è in un certo senso amplificata, globalizzata e continua. Tutti però siamo chiamati, in primis i giornalisti, a far riscoprire, anche attraverso i mezzi di comunicazione, la bellezza e il valore dell’incontro con l’altro, il nostro prossimo. Proprio per sensibilizzare ad una comunicazione più attenta, rispettosa dell’altro e finalizzata al dialogo, all’incontro sono stati invitati tutti coloro che a vario titolo si occupano di comunicazione: direttori, giornalisti, operatori delle testate dei quattro paesi della diocesi e di quelle limitrofe. Da tutti è stato ribadito il concetto fondamentale che la comunicazione deve essere al servizio di una autentica cultura dell’incontro così come scritto da Papa Francesco per la XLVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni. “Oggi viviamo in un mondo che sta diventando sempre più ’piccolo‘ e dove, quindi, sembrerebbe essere facile farsi prossimi gli uni agli altri. Gli sviluppi dei trasporti e delle tecnologie di comunicazione ci stanno avvicinando, connettendoci sempre di più, e la globalizzazione ci fa interdipendenti. Tuttavia all’interno dell’umanità permangono divisioni, a volte molto marcate”. Sono infatti aumentate le disparità e le distanze, oltre che l’emarginazione e la povertà . “Il mondo soffre di molteplici forme di esclusione, emarginazione e povertà ; come pure di conflitti in cui si mescolano cause economiche, politiche, ideologiche e, purtroppo, anche religiose”. Anche i media devono fare la loro parte cercando di contribuire a un rinnovato senso di unità , spingendo all’impegno e alla solidarietà . È importante comunicare bene per essere più uniti, ma bisogna predisporsi con il cuore e con la mente perché la comunicazione sia un dialogo e non un monologo. Bisogna essere pronti ad ascoltare e imparare, per comprendere e rispettare gli altri anche con le loro diversità . Non si può comunque prescindere dal fatto che la rete abbia ampliato, se non abolito i confini. In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio, come dice Papa Francesco. Esistono però aspetti problematici: la velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta; questi alcuni dei problemi che affliggono la società moderna. “Il desiderio di connessione digitale può finire per isolarci dal nostro prossimo, da chi ci sta più vicino. Senza dimenticare che chi, per diversi motivi, non ha accesso ai media sociali, rischia di essere escluso”, questo uno dei punti fondamentali della lettera. I relatori hanno ribadito nei loro interventi che va recuperato il senso di lentezza e di calma, il valore del silenzio che apre all’ascolto, la predisposizione alla pazienza che apre all’accettazione del prossimo. Nel documento si fa riferimento alla parabola del buon Samaritano, che si fa carico del prossimo, immedesimandosi in lui. Il Papa ha definito il potere della comunicazione come “prossimità ”. La comunicazione non deve avere lo scopo prevalente di indurre al consumo e alla manipolazione delle persone, ha ribadito nel suo intervento Enzo Quarto. Oggi, ha continuato, noi corriamo il rischio che alcuni media ci condizionino al punto da farci ignorare il nostro prossimo reale.
La connessione deve essere accompagnata dall’incontro vero, ha sottolineato il presidente Losito, che ha conosciuto Brucoli proprio attraverso un social network, conoscenza poi divenuta di persona. Anche il mondo dei media deve recuperare principi e valori; lo stesso Papa fa il mea culpa dicendo che tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa ammalata di autoreferenzialità , non ha dubbi nel preferire la prima. Anche grazie alla rete il messaggio cristiano può viaggiare varcando i confini; nel contesto della comunicazione serve una Chiesa che riesca a portare calore, ad accendere il cuore, continua Papa Francesco. Estremamente interessante questo passaggio: “Occorre sapersi inserire nel dialogo con gli uomini e le donne di oggi, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze. La sfida richiede profondità , attenzione alla vita, sensibilità spirituale. Dialogare significa essere convinti che l’altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alle sue proposte. Dialogare non significa rinunciare alle proprie idee e tradizioni, ma alla pretesa che siano uniche ed assolute”. A portare il suo saluto anche il sindaco di Giovinazzo,Tommaso Depalma, che ha patrocinato l’iniziativa, vista la rilevanza sociale e culturale. Uno dei concetti chiave che è emerso è che bisogna servire la collettività e non servirsene, e che si deve comunicare con il cuore oltre che con le parole. Non dobbiamo fare in modo che il denaro e il potere economico dettino legge. Spesso vengono messi in secondo piano i sentimenti, si cerca il consenso e non il dialogo. La comunicazione deve essere bidirezionale, non a senso unico. Il mestiere del giornalista deve conservare qualcosa di artigianale, deve sapere di umano. Il professionista non deve farsi trascinare dalla ripetitività , dalla fretta, dall’indifferenza, dall’abitudine, dall’assuefazione, dal sopravvento della tecnologia sui valori e sui principi. Il giornalista, ha sottolineato il presidente Losito, non deve essere contro il palazzo, ma fuori per poterlo raccontare in maniera obiettiva. Una delle necessità imprescindibili per la categoria è quella della continua formazione per stare al passo con i tempi. Anche Mons. Martella,visto il conferimento del suo nuovo incarico nell’ambito delle comunicazioni sociali, si è soffermato sul ruolo del giornalista e sul suo impegno nella società civile.
A conclusione della serata sono stati consegnati il primo premio (borsa di studio di 500 euro) a Francesco Lauciello, vincitore del concorso “Un logo per Luce e Vita” , anche se non presente all’incontro, e gli attestati di partecipazione ai venticinque disegnatori che hanno partecipato al concorso che ha riscosso un notevole successo.
Questo appuntamento di fatto ha aperto le celebrazioni per il 90° anniversario del settimanale diocesano “ Luce e Vita”, capace di rinnovarsi e di essere sempre al passo con i tempi.
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