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Berlusconi no lodo-Fitto; e scompare 'Silvio' dal simbolo

Silvio Berlusconi. (foto Agi) ndr.

di Redazione

ROMA, 27 MAR. (AGI) - Silvio Berlusconi sotterra l'ascia di guerra e, almeno sulla carta, serra i ranghi del partito, sedando i malumori che rischiavano di sfociare in un redde rationem dagli esiti imprevedibili, tanto piu' in vista di un voto, quello europeo, che sondaggi alla mano potrebbe tramutarsi in una debacle. Uno scenario che 'spinge' l'ex premier a tornare sui suoi passi e dare il suo placet al 'lodo Fitto' (dimissioni da Camere se eletti in Ue). E su 73 posti in lista, viene spiegato, sarebbero circa una quarantina i big ora in parlamento pronti a candidarsi. Nessuna decisione ufficiale, invece, sui 'casi' Scajola e Cosentino ma, spiegano fonti azzurre, difficilmente per loro si apriranno le porte di Bruxelles. L'ex premier, poi, incassa l'ok al nuovo simbolo per le europee: il logo di Forza Italia con sotto il solo cognome del leader, Berlusconi. Il nome 'Silvio', invece, scompare dal simbolo. Tanto che alcuni big forzisti si interrogano sulle reali motivazioni: la scelta del solo cognome e' dettata da ragioni legali? Ovvero, riflette un azzurro della prima ora, si vuole cosi' evitare di incappare in possibili ricorsi visto che l'ex premier non puo' essere candidato? Altri azzurri, invece, leggono nella scelta di inserire nel simbolo il solo cognome l'intenzione di lasciare aperta la porta a eventuali candidature di uno dei figli del Cavaliere. Ma di questo, nelle oltre due ore di riunione, non si e' discusso nemmeno lontanamente. Si e' invece parlato, e molto, del capitolo magistrati e persecuzione giudiziaria di cui, a dire dell'ex premier, e' vittima da ben vent'anni. E della forza propulsiva dei club, che devono 'conquistare' tutto il territorio nazionale. Sono i due 'chiodi fissi' di Berlusconi, i due argomenti su cui l'ex premier incentra pensieri e ragionamenti, tanto da fargli aprire i lavori della prima riunione del nuovo ufficio di presidenza dedicando quasi un'ora al dossier giustizia e processi, all'imminente decisione del Tribunale che determinera' il suo prossimo futuro. L'amarezza, tanto piu' oggi nel giorno della visita a Roma di Barack Obama (in vista della quale avrebbe parlato con il Capo dello Stato sulla crisi ucraina), nel vedersi privato di ogni diritto di voto, attivo e passivo, io che ho presieduto vertici internazionali, si e' sfogato l'ex premier, e che sono stato determinante nella risoluzione di questioni anche delicate a livello mondiale. Poi il capitolo club: e' la nostra vera arma, ha insistito Berlusconi, per riconquistare il voto dei delusi e dei disgustati dalla politica. Il Cavaliere, viene riferito, si e' detto certo che Forza Italia alle politiche possa raggiungere il 37% e governare da sola e che anche alle prossime europee puo' giocarsela alla grande, purche' si presenti agli elettori come un movimento unito, compatto. E con candidature forti. Allo stesso tempo, e' necessario ridare forza alla sua linea politica. L'ex premier ha quindi ribadito che l'accordo con Renzi vale solo per le riforme. Sul resto e' opposizione seria ma dura. Ci accusano, avrebbe osservato, di essere ondivaghi, di non essere ne' carne ne' pesce. Dimostriamo con le battaglie sui nostri programmi che abbiamo una posizione chiara. L'obiettivo del leader azzurro, viene spiegato, era proprio ricompattare la squadra, serrare i ranghi e sedare i malumori. E cosi', 'concede' di allargare l'organismo ad altri esponenti forzisti (tra cui Vito e Pelino, ma figurano anche altri nomi) e 'promuove di rango' con diritto di voto anche i semplici 'invitati' a partecipare. Va in scena, dunque, un leader 'buonista', che media e cerca di accontentare un po' tutti. Molti gli interventi, ma il piu' accorato e' stato quello di Fitto, il quale ha negato di aver mai voluto intraprendere una battaglia interna per proprio interesse. Anzi, la necessita' di candidature forti, e' stato il ragionamento, deriva dal fatto che le europee sono una battaglia epocale e per la prima volta noi ci presentiamo senza Berlusconi candidato. Ci giochiamo tutto, avrebbe sottolineato l'ex governatore pugliese, e per questo dobbiamo mettere in campo le nostre forze migliori. Sulla stessa linea proprio Berlusconi che piu' volte, raccontano, avrebbe insistito sulla necessita' di candidature forti e di un partito che marci compatto. Mentre Renzi incontra Obama e da' un'immagine forte della sua leadership, avrebbe osservato l'ex premier, noi offriamo uno spettacolo pessimo, di un partito diviso e in perenne lotta. Le prossime elezioni europee e amministrative sono un'importante banco di prova e dobbiamo presentarci all'appuntamento uniti, ha insistito.





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