Cinema. Le Meraviglie di Alice Rohrwacher: sembra una puntata di 'Linea Verde' con Monica Bellucci che scimmiotta Milly Carlucci e la Marcuzzi
Le interpreti e la regista. (foto com.) ndr. |
di Romolo Ricapito
BARI, 30 MAG. - Le Meraviglie, Gran Prix all'ultimo Festival di Cannes, scritto e diretto da Alice Rohrwacher, meritava tale prestigioso riconoscimento?
Probabilmente sì, perché trattasi di un ' opera originale, tra il neorealistico e il moderno.
Nella campagna toscana, in un casale che è anche un'azienda familiare di produzione del miele, si scontrano le individualità di un gineceo, composto da madre (Alba Rohrwacher) , quattro figlie di diverse età (Gelsomina, la protagonista della storia, è già un' adolescente) e un ruvido capofamiglia tedesco, Wolfgang.
Questa sorta di padre-padrone, interpretato da Sam Louwick (tutto il cast è notevole come recitazione ) talvolta comunica con la moglie Angelica nella sua lingua madre; lei invece gli risponde in francese e qualche volta in tedesco, oltre che in italiano .
Questa Torre di Babele è la spia di una sorta di incomunicabilità tra la coppia, che a tratti si rivela con fondatezza tramite l'intenzione di lei di abbandonare il coniuge.
La famiglia ospita una sorta di "cognata" (così sembra a prima vista) che si esprime in tedesco ( essendo conterranea di Wolfgang) , tale Coco, interpretata da Sabine Timoteo. Ma in realtà costei è un'estranea.
La donna rivelerà più avanti degli istinti pedofili, senza però che la sceneggiatura insista sullo scandalo, evitando di enfatizzarli.
La materia è tanta e dunque riassumendo: in questo mondo rurale dal quale i cacciatori sono banditi, perché odiati da Wolfgang ,si insinua con leggerezza la visione favolistica e "costruita" di una conduttrice televisiva dal nome di fantasia di Milly Catena, interpretata da Monica Bellucci, in un ruolo che valorizza finalmente la sua splendida maturità .
Questo elemento estraneo si inserisce nella storia senza forzature: Milly piace alle bambine perché rappresenta un mondo magico, necessario in fondo alla loro crescita, che rischia di essere compromessa dal duro lavoro al quale sono costrette, loro malgrado, dal padre.
Tale lavoro è spesso complesso e pericoloso: non a caso la piccola Marinella (Agnese Graziani) si ferisce con un infernale macchinario.
Un modello per questa bambina è l 'Ambra Angiolini di Non è la Rai: all'interno del film ella ballerà "Ti appartengo", successo dell'Ambra "prima maniera". Ma Gelsomina (Maria Alexandra Lungu) "custode" degli insegnamenti paterni, è pronta a soffocare gli istinti ballerini della sorella minore, salvo volere poi partecipare lei stessa in prima persona assieme alla famiglia ( coinvolta forzatamente) al reality condotto da Milly Catena ( un incrocio tra la Carlucci e la Marcuzzi) dal titolo Il Paese delle Meraviglie. In tale show, nel quale è messa in palio una crociera, delle famiglie di coltivatori diretti presentano i propri prodotti in televisione.
La rappresentazione di Milly, come si è detto, è favolistica e sta alle protagoniste come Lo Sceicco Bianco di Federico Fellini interpretato da Alberto Sordi che ammaliava una giovane sposina, anche se sono passati più di sessant'anni da allora.
E così penetrano all'interno di questa famiglia di apicoltori troppo chiusa al suo interno, insieme due precisi elementi: il mondo della televisione e quello delle leggi. E' necessaria infatti la messa in regola dei locali che producono il miele, pena il sequestro e il blocco dell'attività . In effetti tutte le apparecchiature paiono sporche e fatiscenti. Dunque la tv nazional-popolare e le regole che sono alla base dell'economia e della produzione di alimenti o di derivati animali, hanno la funzione di "educare" un mondo campestre che più che rassicurante diviene angosciante, anche a causa del padre tedesco, nervoso e comunicatore di ansia oltre che amante del turpiloquio.
La madre Angelica è remissiva e paziente, ma si tratta anche di tecniche adottate per un "tirare a campare" quotidiano; quando necessario la donna sa infatti tirar fuori gli artigli. In qualche segmento, o anche di più, il film sembra documentaristico, quasi come si stesse assistendo a una puntata di Linea Verde, per le lunghe sequenze dove viene mostrata la produzione del miele e la cattura delle api.
La scena che vede la famiglia nella tempesta nascosta sotto una cerata è la migliore del film perché rappresenta l'unione che dà forza e protezione, a dispetto delle paturnie di Wolfgang, che però alla fine si dà anche lui una calmata e partecipa con la famiglia allo strambo reality show della Bellucci.
Il tutto sa ancora un po', vagamente, di Fellini in stile Ginger e Fred con la rappresentazione di una tv buonista e di una fatina (Monica Bellucci) bonacciona.
Il potere della televisione è salvifico e la conduttrice è però soltanto una poveraccia, che toltasi la parrucca è una persona stanca e bisognosa di affetto.
Ma la vicenda della Bellucci è comunque secondaria rispetto a quella di Gelsomina e degli altri, in un'opera corale e insieme originale che mischia generi, sentimenti e vicende varie, assemblando il tutto in maniera organica e non kitsch.
La tv non è dunque demonizzata, perché vista come mezzo di inclusione sociale di una popolazione ai margini, seppure gli autori del reality show siano pronti nella loro " perfidia"a far cantare in diretta una contadina novantenne recalcitrante.
Alice Rohrwacher ha dunque meritato il premio a Cannes e si è rivelata come la regista (al di là del sesso) più promettente del cinema italiano.
Sui titoli di coda ancora Ti Appartengo, ennesimo omaggio ad Ambra Angiolini da parte di una regista probabilmente cresciuta con il programma Non è la Rai del "collega" Gianni Boncompagni.
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