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Cinema. Big wedding: recitazione elevata da parte del trio De Niro, Keaton e Sarandon, trascurabile il resto

Una immagine del film. (foto com.) ndr.

di Romolo Ricapito

BARI, 2 LUG. -  Nelle intenzioni, film come Big Wedding, diretto da Justin Zacham (New York, 1980) dovrebbero cercare di salvare il cinema d'estate, garantendo un buon afflusso di appassionati nelle sale. Questo perché la commedia comprende un cast di attori di richiamo, in quanto veterani dello schermo (De Niro, Keaton, Sarandon, Williams) assieme a giovani star come Amanda Seyfried, diventata un po' l'esponente delle giovani promesse del cinema, ma oramai già piuttosto affermate. Il resto del cast, composto sempre da attori di bell'aspetto (Topher Grace, Katherine Heigl, Ben Barnes delle Cronache di Narnia ) dovrebbe invogliare l'afflusso al cinema di chi è allergico alle vecchie glorie e pretende un cast più giovanile. Questo fritto misto vede come risultato quanto segue. Gli anziani, più che impegnati in una gara di bravura, in realtà si supportano a vicenda anche per coprire le falle di un copione insufficientemente compatto, perché già visto e stravisto. Di fatto, l'ambientazione delle nozze che si rivelano un pretesto per regolamenti di conti, vicende boccaccesche e rivelazioni sorprendenti, non è già di per sé una novità. E i giovani, più che adeguarsi, affondano in situazioni di contorno, come il personaggio del figlio medico, Jared, ancora vergine nonostante i 30 anni e in cerca di un riscatto sessuale e l'altra figlia,Lyla, avvocato,in crisi matrimoniale e incinta. La trama s'incentra allora sulla moglie divorziata del protagonista, Robert De Niro, interpretata da Diane Keaton. Il matrimonio tra Ellie e Don Griffin è durato 20 anni, allietato dalla nascita di Lyla, Jared e dall'adozione di Alejandro, i cui nomi sono stati incisi sul tronco di un albero della villa che abitarono. In tale lussuosa magione, Ellie si introduce per partecipare alle nozze del figlio minore, Alejandro, di origine colombiana, con la bionda O' Connor (la Seyfried) . La donna sorprende l'ex coniuge impegnato sessualmente con Bebe (Susan Sarandon) sua convivente e che si rivela essere più avanti la ex migliore amica di Ellie. I personaggi sono così delineati: la Keaton interpreta una donna dalla raffinata eleganza "newyorkese", con tailleur -pantalone classici e fili di perle. Il contrasto con la "rivale" si attua con gli abiti di allegre fantasie fiorate della Sarandon, la quale è a suo agio anche con un'acconciatura giovanile e un aspetto che documenterebbe un'età inferiore a quella effettiva della diva (1946, Queens, New York) che la allinea come anagrafe esattamente a Diane Keaton, 1946 ( Los Angeles, California ). La trovata del film è questa. Keaton e De Niro devono fingersi durante la "due giorni" del matrimonio ancora sposati, in quanto la madre biologica di Alejandro è una cattolica osservante e poco propensa a tollerare divorzi e altre amenità della "peccaminosa" società americana. Dunque il personaggio di Bebe (Sarandon) dovrà farsi da parte, fingendosi una fantesca o altro. Ciò seminerà una sorta di equivoci, che daranno luogo ad altri equivoci susseguenti. E' evidente che il personaggio della madre sudamericana (Madonna Soto, con interprete Patricia Rae) è visto come un essere da sottocultura, rappresentante di un mondo arcaico e arretrato. Mentre d'altra parte l'intera sceneggiatura vorrebbe documentare i problemi e le storture della famiglia allargata, tipica degli Stati Uniti, con i relativi intrighi e magagne , ai quali si aggiungono quelli della famiglia della bionda sposina, gli O'Connor. Tanto più che la signora 'Connor è una lesbica che vive un matrimonio di "copertura", lasciando al marito il compito di svolazzare qua e là. Insomma, una coppia aperta. La cosa strana è che il film è il rifacimento di una pellicola francese, Mon frère se marie del 2006 con Jean Luc Bideau e Aurore Clement nei ruoli principali. Tanto è bastato alla critica per dare addosso a questo Big Wedding, tacciandolo di scarsa originalità e di copione melenso, a imitazione del cinema europeo. Vale la pena allora andarlo a vedere? Certo, perché le interpretazioni di Robert De Niro, Diane Keaton e Susan Sarandon sono eccezionali e bastano e avanzano a garantire se non la grande qualità del film , almeno una sua visione più che godibile da parte dello spettatore pagante. L'altro significato nascosto della morale di Big Wedding è che il matrimonio è nient'altro che un confronto importante tra genitori e figli per stabilizzare affetti rovinati o compromessi da azioni del passato non accettate, torti veri o presunti, sbagli educativi. Un po' inutile il cameo di Robin Williams, nel ruolo minore del prete cattolico, con in faccia una maschera fissa di sorriso bonario.





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