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Cosenza. Stamina, la giustizia "taglia" la speranza a Giuseppe e Francesco

Raffaele Guariniello. (foto com.) ndr.

di Carmine Calabrese

COSENZA, 30 SETT. -  – Quando la giustizia “ferma” la vita e “sgambetta” la speranza. Raccontare la quotidianità, spesso per noi giornalisti, diventa anche un compito difficile. Lo diventa ancora di più, soprattutto quando, ci si ritrova a raccontare storie che vorresti fossero solo delle invenzioni, create dalla fantasia di sofisticati romanzieri. Ma non è così. La storia che stiamo per raccontarvi è una storia che parla di speranza, di giustizia, di medicina. Ma non come alleate, ma come nemiche. Nemiche che lottano e che hanno fatto “prigionieri” due bambini disabili. Due angeli innocenti, segnati duramente dalla vita, per quella loro “cerebropatia irreversibile”, (danno irreversibile, appunto, causato dai medici per un errato trattamento durante la gravidanza, ndr) con cui fanno i conti dalla nascita. La trama di questa triste storia, ce la raccontano i genitori di Giuseppe e Francesco, attraverso il loro legale di fiducia, l'avvocato Massimiliano Coppa, uno tra i massimi esperti nazionali in casi delicati di colpa medica. E' l'otto aprile del 2013, quando i genitori dei due bimbi disabili, si presentano dall'avvocato Coppa per avere giustizia per i loro figli. Il legale cosentino, dopo aver ascoltato la loro storia, letto le cartelle cliniche, consulato specifici pareri di esperti in materia, accetta di combattere al fianco della coppia, presentando alla Magistratura cosentina, tramite un provvedimento d'urgenza, di ordinare agli Ospedali Riuniti di Brescia, di sottoporre i loro figli alla somministrazione delle cellule staminali. Il caso, complesso e delicato, viene analizzato dal giudice Silvana Ferrentino che, riconoscendo valide le argomentazioni dell'avvocato Coppa, ordina ai medici dell'ospedale lombardo, l'avvio immediato della terapia medica, secondo la metodologia Stamina, autorizzata sotto il controllo del medico prescrittore. Il verdetto del tribunale bruzio, notificato alla famiglia dei due bimbi, viene, tramite l'avvocato Massimiliano Coppa, trasmesso ai manager dell'azienda ospedaliera bresciana. Ma, nonostante l'ok della magistratura, i vertici dell'Ao bresciana, si rifiutano di dare il via alla cura, per via di un sequestro preventivo di materiale biologico crioconservato (cellule staminali, appunto, ndr) disposto dal tribunale penale di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica sabauda. L'ordinanza positiva del tribunale di Cosenza e il sequestro del tribunale penale di Torino, sono per la coppia di genitori cosentini un colpo da ko. Ai due bimbi disabili, infatti, la giustizia “toglie” l'ultima speranza, l'ultima possibile cura per assicurarsi una qualità di vita, forse non decisamente migliore. Ma, almeno, diversa. I due bambini, inseriti regolarmente nelle liste d'attesa, erano rispettivamente al 19esimo e al 20esimo posto. Una lista d'attesa ora inservibile, perchè come spiega un comunicato ufficiale dell'Azienda sanitaria bresciana “gli operatori nei confronti dei quali, la magistratura torinese sta operando indagini e verifiche di controllo, volte ad accertare una loro precisa responsabilità penale, non possono essere costretti a continuare”. Ma la famiglia dei due bimbi non vuole gettare la spugna, vuole continuare a lottare. Vuole credere in una giustizia giusta che difende il valore della salute e la sacralità della vita. “Noi – dicono i genitori – sempre attraverso l'avvocato Coppa – non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci o di sventolare bandiera bianca. Sono i nostri figli, sono la nostra vita, sono, nonostante tutto, tutti i nostri sorrisi. Lotteremo per avere giustizia. Siamo pronti ad affrontare ogni aspetto giudiziario, ma vogliamo anche lanciare un appello umano. Un appello di sensibilità. Di speranza, di vita”. Speriamo davvero che l'appello venga accolto, che anche la giustizia mostri il suo lato umano e sensibile. E che nello scontro burocratico, interpretativo, legale e procedurale non ci debbano rimettere vittime innocenti. Un pensiero che rafforza anche l'avvocato Massimiliano Coppa che, con profonda amarezza, ricorda come “quando gli elefanti combattono, è sempre l'erba a rimanere schiacciata”.





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