Libri. "Di notte contavo le stelle": Nel suo primo romanzo l'ex Miss Italia Cristina Chiabotto ha avuto il coraggio di raccontare la sua "caduta"
La copertina del libro. (foto) ndr. |
di Romolo Ricapito
BARI, 29 SETT. - Cristina Chiabotto, eletta Miss Italia nel 2004, esordisce nella narrativa col romanzo DI NOTTE CONTAVO LE STELLE, pubblicato da Rizzoli, 205 pagine, 17 euro.
Trattasi della sua biografia sotto forma di romanzo : la protagonista però si chiama Clara, invece di Cristina.
Ma tutto il resto è vero e documentabile .
La vita della giovane si svolge in un piccolo paese della cintura torinese ed è un' esistenza come tante, se non fosse per un precoce confronto con la diversità : due cugini sordomuti, molto amati da tutto il resto della famiglia, ma anche uno zio schizofrenico.
La diversità è avvertibile finanche nelle opposte origini dei genitori: la famiglia della madre appartiene a proletari originari del beneventano .
Poveri sì, ma molto uniti e dunque felici e allegri . Quella del padre attiene alla borghesia sabauda più benestante e rigida.
Si accenna all'infanzia di Costantino (il padre) , trascorsa a pranzare con la cameriera in cucina, mentre il fratello malato di mente era un elemento da dover "nascondere".
Tutto ciò è un ingrediente e non "tutto" il romanzo, che si dipana invece in maniera abbastanza banale ( almeno all'inizio) tra amori giovanili e la noia provinciale del profondo Nord. Non è il tipo di ambiente sullo stile del film " Il Capitale Umano", ma qualcosa di ancora più sonnolento.
Il primo amore di Chiabotto è per Stefano: con lui perderà la verginità , ma questo fatto sarà soltanto una prima fonte di disagio ed estraneità all'interno di una storia senza trasporto , anche per i rapporti carnali consumati in seguito, avvertiti con freddezza dalla ragazza.
Spunta all'improvviso un sogno: quello di partecipare a Miss Italia.
Tale proposito è accolto con stupore dalla madre: "mi guardò come se avesse visto il bambino del film The Others".
La voglia di emergere è una reazione a un ambiente asfissiante. O quello che la protagonista percepisce come tale.
Eletta Miss Piemonte, Clara-Cristina si avvia per piccole tappe all'elezione di Miss Italia, aiutata dai suoi familiari entusiasti e partecipi (Cri ha anche una sorella minore, Sofia, la più critica e l'elemento più intelligente dell'intero nucleo ).
Ma alle spalle è già presente un trauma: la morte del cugino disabile Andrea durante una vacanza in Puglia, presso Nardò, nel Salento : l'auto sulla quale l'uomo viaggiava si scontrò contro un ulivo secolare.
La parte peggiore del romanzo è l'escalation della neo .-Miss, dopo l'elezione, nel mondo dello spettacolo: eccola partecipare a programmi televisivi importanti e poi come testimonial di una importante ditta di telefonia.
Ma l'attore che la affianca nello spot, un divo teatrale arrivato e alcolizzato, la stronca, accusandola di essere un'immaginetta televisiva.
La parte migliore dell'intreccio è l'innamoramento di C. per un avvocato napoletano, Massimo, che però non le cade ai piedi, ma anzi le sfugge.
I ruoli si invertono allora, con la Miss che si trasforma in Diana Cacciatrice.
Parallelamente, la carriera di C.C . si avvia a uno stallo. La partecipazione a un programma che sembrerebbe Ballando con le Stelle della Carlucci si arena inaspettatamente.
Le viene offerta allora una trasmissione radio come conduttrice.
L'ex Miss prende la cosa malissimo: vede la proposta non come un'occasione di crescita personale e professionale , ma una sorta di brusco demansionamento. Con la paura, inoltre, di essere considerata dal pubblico e dagli addetti ai lavori come una star fallita.
Il recupero della stabilità avverrà nel suo confronto col dolore, quello dell'anima. E col lutto, la forma di sofferenza più estrema .
Un viaggio a Nardò, nel luogo esatto dove il cugino Andrea perì assieme a un amico in vacanza, dovrebbe essere propedeutico alla salvezza: abbandonare la vanità per l'accettazione della "vera se stessa", dando spazio anche all'amore, che la giovane donna si è giocata per le sue accentuate derive narcisistiche.
Non ci troviamo davanti a un capolavoro di narrativa contemporanea , è ovvio. Ma la prova della Chiabotto va promossa, in quanto il suo è un libro sincero che è molto meglio di romanzi più ambiziosi, ma anche maggiormente pubblicizzati.
"Per una come me che era stata tutto, era molto difficile accettare di diventare niente": è la frase sintomatica del romanzo.
Occorre dare un monito alle Miss: essere elette come la più bella del Bel Paese, ottenere scritture in tv o nella pubblicità , sfilare in passerella, non significa certo essere "tutto". E perdere il successo, non è diventare un "niente" .Il titolo "poetico" si riferisce al piacere che la protagonista prova assistendo al concerto del suo idolo Tiziano Ferro in uno stadio all'aperto, d'estate.
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