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Cinema. Sabina Guzzanti dal vivo al cinema Splendor a Bari per "La Trattativa"

Sabina Guzzanti al cinema Splendor. (foto GM) ndr.
"Sul tweet "in favore" di Riina e Bagarella mi pento: mi hanno massacrata, ma la mia era una provocazione a fin di bene. Aiutatemi a diffondere il mio film"

di Romolo Ricapito

BARI, 15 OTT. - Sabina Guzzanti ha presentato il suo film "La Trattativa" al cinema Splendor di Bari. Si tratta di un'opera da lei scritta e diretta, all'interno della quale ella stessa si è ritagliata alcuni piccoli ruoli. La popolare attrice e regista è arrivata allo Splendor (completamente gremito da ammiratori e ammiratrici di tutte le età) indossando una giacca jeans portata aperta su maglia rossa, abbinata a una gonna-pantalone dai colori arcobaleno, su sandali neri. La serata è stata introdotta brevemente da Angelo Ceglie, ex direttore artistico del Kursaal Santalucia, che ha dichiarato l'iniziativa come facente parte degli Incontri con l'Autore sponsorizzati dal Circuito Sale della Regione Puglia . Guzzanti ha chiesto curiosa se qualcuno avesse già visionato il suo film. E ha detto che la realizzazione di La Trattativa ha richiesto un lavoro molto lungo: "è stato complesso trovare i soldi per finanziarlo". "E' un miracolo che sia uscito in Italia-ha continuato la regista- soprattutto adesso. Esso racconta la nostra Storia diversamente da come ci è stato tramandato. Ma tutto, al suo interno, è documentato, sentenze della magistratura comprese. Ed è ' anche un film "storico" (con un'ipotesi di storia)" . "Il paese è fermo da 20 anni-ha proseguito- argomenti come la disoccupazione giovanile e la crisi economica erano uguali identici allora, come adesso. La trattativa della storia indica il compromesso di apparati dello Stato e dei Servizi segreti con la mafia. Ma la tesi è più complessa; i complici della "Trattativa" sono attualmente ancora protetti all'interno delle nostre istituzioni". La regista si è detta certa che nel tempo si è ricreato lo stesso antico clima politico "usando" le stragi: in tal modo lo status quo è rimasto inalterato. Sabina Guzzanti ha riassunto il tutto dicendo che in Italia, anche in 'ambito lavorativo, "tutto è mafia", citando istituzioni purtroppo compromesse come l'Università. "Penso sia un film importante, un documento che spero ci aiutiate, voi spettatori, a diffondere in qualsiasi modo". Dopo la visione, con cruda franchezza, l'attrice ha detto che alla prima settimana di proiezione "La Trattativa" non è andato a vederlo nessuno." A Bari mi dicono che sia stato per il caldo". Guzzanti ha allora auspicato ancora una settimana di proiezione presso la struttura Splendor: "ma forse vogliono sostituirmi con un nuovo film interpretato da Catherine Deneuve". La Trattativa, prodotto dalla stessa Sabina Guzzanti e da Valerio De Paolis, si avvale delle musiche di Nicola Piovani. Esso inizia introducendo il mafioso Gaspare Spatuzza che nel 2008 diventò collaboratore di giustizia. Viene ripercorso l'omicidio di Salvo Lima, la strage di Capaci, l'assassinio di Borsellino, la strage dei Georgofili e ancora l'attentato di via Palestro con le sue 5 vittime, tre civili e due militari. E via discorrendo. Il tutto inframmezzato da una ricostruzione con attori che interpretano vari personaggi reali come l'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino e il figlio Massimo, costui divenuto nel tempo testimone di giustizia. La Guzzanti interpreta in una breve apparizione anche Silvio Berlusconi. Ma molta importanza viene data nel raccontare la figura di Massimo Dell'Utri, co-fondatore di Forza Italia. E c'è anche Vittorio Mangano, il famoso "stalliere" di Arcore... La voce narrante è della stessa Sabina Guzzanti. All'interno della docu-fiction sono presenti dichiarazioni di veri magistrati palermitani , scelta contestata alla fine nel dibattito dopo la proiezione dall'avvocato penalista barese Michele Laforgia. Lo stesso Laforgia ha detto di avere gradito poco anche la parte documentaristica (filmati d'epoca) . Si è parlato dunque di un film realizzato in maniera "mista" per ragioni squisitamente funzionali. La Guzzanti ha ribattuto a Laforgia, più avanti, di volere difendere la sua opera artistica, "in quanto tutto in essa è esattamente documentato" e che avrebbe risposto ad esempi precisi di eventuali errori o cadute, ma non ad accuse semplicemente generiche. Quello che però non funziona a nostro giudizio è la seconda parte :il dovere assimilare troppi fatti, nozioni, o nomi di colpevoli diventa indigesto per lo spettatore medio, il quale non riesce ad elaborare così tanto materiale, a dispetto della cura e dell'attenzione maniacali dell'autrice. Emerge anche il narcisismo della regista, che si è ritagliata, come si è già detto, vari ruoli in tutto il contesto, seppur brevi. Ma dopotutto a 51 anni suonati la Guzzanti sembra una ragazzina e di persona è ancora più bella che nel film. Al di là del suo impegno sociale e politico , è una diva. "Non mi fanno lavorare da anni in tv", si è lamentata. E ancora: "dopo il tweet "in difesa" di Riina e Bagarella- una provocazione per sollevare un dibattito più ampio - mi hanno massacrata sul web. E molti per questo, non sono andati a vedere La Trattativa. Adesso però mi pento". Forza, Sabrina! Il tuo film avrà successo lo stesso col passa-parola!





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