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Cosenza. "Tu sarai solo mio": nei guai 41enne

Il Procuratore D. Granieri. (foto com.) ndr.

di Carmine Calabrese

COSENZA, 20 OTT.  – Quando il sesso debole, diventa … forte. Per possesso, per egoismo, per narcisismo, per amore. Ma un amore malato. Per Anna (il nome è di fantasia, ndr) stimata professionista 41enne, l'obiettivo della vita era solo uno: conquistare quel ragazzo. A tutti i costi. Il “suo” desiderio di possesso a tutti i costi le è costata un'accusa pesantissima e la fissazione di un processo a suo carico, calendarizzato per il prossimo 31 marzo. Ma andiamo con ordine. Riavvolgiamo il nastro di questa storia, partendo dall'inizio. Il ragazzo in questione, Marco (altro nome di fantasia, ndr), ventottenne con la passione per i corti, una laurea in tasca e una valigia piena di sogni e di ciak, un amore già l'aveva e di un secondo, non sapeva davvero che farsene. Il suo cuore, infatti, è impegnato. E' di Laura, ventiseienne, laureanda in Lettere. Tra i due era stato amore a prima vista. Era successo, sul ponte dell'Unical. Proprio come in una scena di un film. Ma Anna di questo amore non ne sapeva nulla. Marco le era piaciuto subito e aveva deciso che doveva essere “suo”. Lo seguiva ovunque, dall'università al centro cittadino. Una sera, durante uno dei suoi “pedinamenti”, Anna scoprì la rivale. Quella che la divideva dall'oggetto dei suoi desideri. Più possessivi. Doveva fare qualcosa. Quell'”intrusa” doveva sparire. Per sempre. Ecco che allora, s'è inventata un passatempo. Totale. Spaventare i due ragazzi, metterli in difficoltà, non lasciarli mai tranquilli, fino a farli “scoppiare”. E Anna, nella sua lucida follia persecutoria, non aveva dimenticato nulla. Nemmeno i più insignificanti dettagli. Ai genitori di Laura, aveva inviato più di una lettera. Una missiva, scritta al computer, senza errori grammaticali, senza paroloni forti. “Vi scrivo, perchè lo sento come un dovere. State attenti a vostra figlia, statele addosso. Non è quella che vi racconta la vita che vive quotidianamente. E' una menzogna. Vostra figlia passa le sue giornate, perdendosi tra festini e sesso sfrenato. E, in assenza del suo ragazzo, fa anche di peggio”. Davanti a quelle parole, pesanti come il piombo, i genitori di Laura sono rimasti increduli, immobili. Disperati. Ma Anna non si è fermata qui. Ha tempestato Marco e Laura di sms, mail, messaggi anche sui rispettivi profili social. Messaggi pesanti. Soprattutto quelli inviati a Laura erano pieni di “particolari piccanti”. I colpo, Laura, i suoi genitori e Marco, sono stati travolti da un'onda di molestie, minacce e calunnie. Con chi prendersela? I quattro, ormai prigionieri della paura, hanno deciso di rivolgersi alla polizia postale. Raccolta la denuncia e sentite tutte le testimonianze, il sostituto commissario Tiziana Scarpelli e i suoi detective si sono messi subito al lavoro. Man mano che gli investigatori mettevano insieme i tanti pezzi sparpagliati di questo puzzle, emergeva un quadro indiziario abbastanza chiaro. La mente di questo asfissiante “pressing” era una sola. Incrociando dati, monitorando indirizzi ip e studiando quasi maniacalmente messaggi, lettere e mail, gli inquirenti sono arrivati diritti diritti ad Anna. Per Laura, i suoi familiari e Marco è la fine di un incubo. Un incubo lungo mesi. Un incubo che sembrava dovesse durare chissà quanto. I dati investigativi raccolti sono stati trasmessi al procuratore capo Dario Granieri e al pm Giuseppe Visconti, titolare dell'inchiesta. Per la Procura non ci sono stati dubbi: la 41enne è finita sul libro dei cattivi.





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