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'Il Corsivo' - Per un pugno di voti

Palazzo di Montecitorio a Roma. (foto) ndr.

di Adolfo Nicola Abate

FOGGIA, 25 OTT. - Ce l’ha fatta il governo a mantenere l’impegno preso con le popolazioni garganiche che hanno subito l’eccezionale alluvione di settembre, che in sei giorni ha scaricato tanta acqua quanta ne piove in un intero anno in quelle zone, distruggendo il patrimonio agricolo e devastando Peschici, Vieste, Monte Sant’Angelo, cittadine e coste e impianti turistici. È stato dichiarato lo “stato di emergenza”, come per gli altri delle province toscane di Firenze, Lucca, Pistoia e Prato. Probabilmente sarà differito al 20 dicembre il pagamento delle tasse anche per loro e saranno messi a disposizione degli amministratori garganici, speriamo a breve, 10 milioni e mezzo di euro per le opere più urgenti. Cui si aggiungeranno anche i provvedimenti dello “stato di calamità” dichiarato dal ministro Martina per la stessa zona agricola. La notizia, asciutta, è questa, ma quello che ci fa pensare è che ora tutti vogliono assumersi la paternità dei “benefici” che arriveranno al Gargano. L’eurodeputato Fitto e il senatore Tarquinio, di Forza Italia, furono tra i primi a gridare allo scandalo perché, dopo quaranta giorni dalla visita del presidente Renzi, non si vedeva ancora nulla di concreto. Anche alcuni esponenti del PD avevano assicurato il loro interessamento allo stesso buon fine. Il sottosegretario Scalfarotto ha assicurato che continuerà nelle sue sollecitazioni. Tutti rivendicano la paternità, per non perdere voti e vedersi sfuggire un’opportunità politica ed elettorale. Comprensibile, per carità. Ma è la conseguenza di una mentalità assai diffusa: anziché mettersi d’accordo prima e procedere tutti insieme a favore del tanto decantato “territorio”, ora gridano tutti l’un contro l’altro per prendersi il “merito”. Quello che hanno fatto è solo il loro dovere, essendo essi stessi espressione politica di quel territorio martoriato. O vanno in Parlamento e in Regione solo per fare gli affari loro e dei loro partiti? Cosa vogliamo dire? Semplicemente questo: signori, un po’ di serietà! Il territorio non si difende dopo che sono accaduti disastri, calamità, tragedie. Si difende sempre, magari tutti insieme e senza inutili speculazioni politiche. Si difende meglio, magari seguendo le regole sugli appalti, sui concorsi, sui piani urbanistici, sul degrado del territorio, sulla corruzione che inghiotte risorse e diritti come una piovra, e magari verificando l’attuazione dei provvedimenti, l’esecuzione delle opere, denunciando le irregolarità e gli abusi, controllando rigorosamente la spesa, che è sempre fatta con i soldi dei cittadini. Altrimenti la gente non vi crede più e vi rimanda a casa.





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