Cronaca. Sgominata dai carabinieri del Comando Provinciale di Bari banda di narcotrafficanti che operava da Bari a Milano
I nascondigli per il trasporto della droga. (foto cc.) ndr. |
di Vito Ruccia
BARI, 21 NOV. - Vasta operazione antidroga dei Carabinieri del nucleo investigativo
del Comando Provinciale di Bari condotta su tutto il territorio nazionale
finalizzata all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa
dal Giudice per le indagini preliminari dr. Marco Galesi del Tribunale
di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia di Bari nei confronti di 18 soggetti capeggiati da un 58enne andriese tale Pasqulli
soprannominato ("u dudece") ritenuti responsabili, a vario titolo, di
associazione a delinquere finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di
ingenti quantità di sostanze stupefacenti cocaina, hashish, marijuana con
detenzione e porto abusivo di armi.
Nel corso dell'operazione i militari sequestrano beni pari a 1,5 milioni
di euro riconducibili ai familiari del capo del sodalizio criminale.
L'indagine costituisce lo sviluppo di una precedente operazione fatta
sempre dai Carabinieri di Bari nel dicembre 2013 che consentì di
individuare importanti canali del narcotraffico internazionale che
portavano in Italia chili e chili di cocaina, hashish, marijuana provenienti dalla Colombia attraverso la Spagna, che poi venivano rivenduti nei
principali capoluoghi italiani dopo lo smistamento sulla piazza del nord
barese, Andria, Barletta, Trani.
La banda aveva sviluppato sofisticati stratagemmi di trasporto,
comunicazione e informazione per aggirare le indagini delle forze
dell'ordine.
I trafficanti si rivolgevano ad una agenzia di sicurezza richiedendo
bonifiche sui mezzi usati per trasportare la droga per cercare eventuali
microspie. Verificavano attraverso agenzie di pratiche automobilistiche
le targhe delle auto per verificare se fossero mezzi civetta delle
forze dell'ordine.
Le comunicazioni importanti avvenivano con social network e le email
venivano preferite alle telefonate eventualmente le schede telefoniche
erano intestate a inesistenti cittadini stranieri.
Il trasporto della droga avveniva in contenitori come batterie per auto
in blocchi di cemento oppure in barre di alluminio cave usate per il
sostegno dei teloni di copertura dei camion.
I gruppi criminali che potevano approvigionarsi da questa banda sono
riconducibili ai Parlermiti, Dicosola anche per poche quantità illustrava
questa mattina il Comandante Provinciale Col. Castello.
Ogni carico di cocaina poteva valere dai 100 ai 250 mila euro per un giro
d'affari mensile stimato attorno agli 800 mila euro.
Da qui la parallela indagine patrimoniale condotta dai carabinieri che
a consentito di poter sequestrare i beni per il valore di 1,5 milioni di
euro, tra cui abitazioni della figlia e del cognato del capobanda con
sequestro di moto di grossa cilindrata, autovetture e sette c/c bancari.
I carabinieri hanno anche accertato che nonostante le centinaia
di migliaia di euro che la banda incassava mensilmente i nuclei familiari
riferiti al capo dell'organizzazione aveva dichiarato dal 2000 al 2013
redditi ai limiti della sopravvivenza.
***Questo Spazio pubblicità è in vendita***
Nessun commento