Bari. Tutela del “made in Italy” e lotta alla contraffazione della Gdf
La Gdf impegnata nella tutela del 'made in Italy'. (foto) ndr. |
di Redazione
BARI, 19 DIC. - Il 2014, che sta volgendo al termine, vede le Fiamme Gialle baresi particolarmente impegnate nella tutela dell’imprenditoria sana e della salute dei consumatori, con una serie di iniziative di rilievo finalizzate, soprattutto, a smantellare le filiere utilizzate dalle organizzazioni criminose, non tralasciando l’aggressione ai patrimoni acquisiti illecitamente.
Tra l’altro, proprio nel corso del corrente anno, la Guardia di Finanza si è dotata di una piattaforma telematica, cd. “Sistema Informativo Anticontraffazione” (S.I.A.C.) che assolve alle funzioni di informazione per i consumatori, cooperazione tra le varie Forze di Polizia, ivi comprese le Polizie Municipali, e collaborazione con le altre componenti istituzionali e le aziende, cui ha fatto seguito un deciso ulteriore impegno nel delicato settore, così come richiesto dal Ministro dell’Interno nell’ambito della direttiva emanata lo scorso 8 agosto.
Tutto questo a beneficio dell’economia sana, in un momento, come quello attuale, che vede l’imprenditoria in forte difficoltà.
Com’è noto, il fenomeno della contraffazione e della sicurezza de prodotti, che riguarda i settori economici più disparati, presenta varie sfaccettature: di natura economica (per mancata vendita, riduzione di fatturato, perdita di immagine e di credibilità, ecc.), pericolo per il consumatore finale (danni per la salute, specie per taluni particolari prodotti, quali quelli farmaceutici, automobilistici, alimentari), sfruttamento dei lavoratori, evasioni contributive, previdenziali e fiscali (per assenza di coperture assicurative, evasione dell’I.V.A. e delle imposte sui redditi), danno alla libera concorrenza di mercato (basata soprattutto sui minori costi di produzione).
L’attività di contrasto della Guardia di Finanza, si è svolta, essenzialmente, in specifiche attività investigative, nonché nel contesto del controllo degli esercizi commerciali, dei depositi di stoccaggio, degli opifici, delle merci circolanti su strada e nella vigilanza all’interno degli spazi doganali e nelle aree portuali, con un impegno che ha visto coinvolti tutti i Reparti dipendenti.
Proprio in questi giorni, in coincidenza con l’approssimarsi delle festività, è stato attuato un piano di interventi, incentrato, soprattutto, sulla sicurezza dei prodotti, che ha portato al sequestro di oltre 500 mila pezzi, dei quali 70.500 luminarie, 84.400 giocattoli, con la contestazione di pesanti sanzioni amministrative e la segnalazione all’Autorità Giudiziaria e/o amministrativa di 26 responsabili.
Nel corso dell’anno, inoltre, sono stati anche rilevati numerosi tentativi di introduzione, nel territorio Nazionale, di partite di merce con marchi contraffatti o privi delle indicazioni minime di sicurezza, ovvero attestanti falsamente il “Made in Italy”, scoperti presso il Porto di Bari nell’ambito di servizi congiunti con l’Agenzia delle Dogane. Tra questi, si evidenzia il sequestro di diverse partite di pellets, per un totale di kg. 179.230, tra cui, per ultimo, quello, avvenuto in data 16 ottobre, di kg. 24.820, le cui confezioni riportavano marchi industriali contraffatti.
Tra le attività investigative, si cita, ad esempio, la scoperta:
in Bari, nel decorso mese di gennaio, di un centro di smistamento di prodotti importati da paesi extra UE, privi delle certificazioni di sicurezza e della marcatura CE, ove sono stati sequestrati 1,3 milioni di articoli (accessori per telefonia mobile, cosmetici e presidi medici), per un valore commerciale di oltre un milione di euro (cd. “Operazione Big Wall”);
nel Comune di Trentola Ducenta (CE), nel settembre scorso, di una fabbrica di scarpe di pregio contraffatte, cui si è risaliti ricostruendo la filiera commerciale.
All’interno di essa vi erano ben 26 macchinari e 3.500 paia di scarpe in fase di produzione.
Nell’ambito della falsificazione dei marchi connessa con le frodi agroalimentari, si evidenziano, tra gli altri:
giugno 2014 – durante un servizio di controllo su strada, nelle vicinanze del casello autostradale di Bari-Nord, i Finanzieri intercettavano un furgone, con a bordo 2 coniugi Toscani, che trasportavano un carico di 600 bottiglie di vino “Brunello di Montalcino” a “denominazione di origine controllata e garantita” . Dagli accertamenti emergeva la contraffazione del prodotto;
l’operazione “Aliud pro olio”, portata a termine lo scorso mese di luglio in collaborazione con l’Ispettorato Repressione Frodi di Roma e Bari e l’Agenzia delle Dogane.
L’attività investigativa portava a disvelare l’esistenza di radicati sodalizi criminali dediti alla commercializzazione fraudolenta di olio di oliva di origine, qualità e natura diverse da quelle dichiarate operanti principalmente in territorio andriese ed in Calabria.
Per ultimo, ma non meno importante, l’aspetto riguardante gli illeciti arricchimenti che ne derivano. Solo pochi giorni fa è stato eseguito il sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per almeno un milione di euro, nei confronti di un molfettese, pregiudicato per reati di contraffazione, il quale, a fronte di redditi per circa 100 euro mensili, aveva accumulato un ingente patrimonio, derivante, come è stato accertato dai proventi di questo illecito traffico.
Le partite di merce sequestrate, estromesse dal circuito commerciale sano, una volta definito l’iter sanzionatorio sono state devolute a beneficio di enti, parrocchie ed associazione assistenziali. Ciò, ovviamente, adottando le dovute cautele.
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