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Italia-Germania: Napolitano, "dissenso non sia mai meschinita'"

Il Presidente G. Napolitano. (foto Agi) ndr.

di Redazione

TORINO, 12 DIC. (AGI) - Italiani e tedeschi devono "reagire senza ulteriore indugio a un pericolo che chiamerei di immeschinimento del clima nel rapporto tra i nostri Paesei". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo ieri sera all'inaugurazione dell'Italian-German High Level Dialogue, a Torino. "Le difficolta' ci sono - ha ammesso Napolitano - i dissensi anche, ma occorre superarli attraverso una pubblica discussione che non smarrisca mai il senso del limite e soprattutto il valore dei tanti momenti alti della nostra collaborazione", ha aggiunto Napolitano. "Occorre superare i dissensi" tra Italia e Germania "attraverso una pubblica discussione che non smarrisca mai il senso del limite e soprattutto il valore dei tanti momenti alti della nostra collaborazione. La discussione non puo' scivolare sul terreno dei luoghi comuni, dei cliche' negativi che rimbalzano da una parte all'altra", ha aggiunto il Capo dello Stato. "Dalla diffidenza reciproca e dalla svalutazione delle esigenze e delle proposte altrui, non e' poi cosi' lontano il rischio di una ricaduta nazionalistica", ha detto Napolitano. "Non bisogna solo pensare, per esorcizzarlo, al nazionalismo aggressivo e bellicistico in cui si immersero i nostri Paesi nella prima meta' del Novecento, ma un nazionalismo che gia' si avverte nel porre l'interesse del propri Paese e le politiche che esso detta, al di sopra di una responsabile identificazione con l'interesse comune europeo, che fin dall'inizio fu posto a base di una evoluzione unitaria dell'Europa come entita' dell'Europa e politica sempre piu' integrata", ha detto ancora Napolitano. Italia e Germania tornino a recitare il ruolo di protagonisti nel percorso di integrazione europea, superando le reciproche diffidenze, mettendo da parte i cliche' e i luoghi comuni che in questi anni di crisi ne hanno condizionato i rapporti, sottolinea il Presidente della Repubblica. Una occasione non per ricucire, che' i rapporti tra i due Paesi non si sono mai interrotti, ma per riportare la discussione su binari liberi da toni sopra le righe. In gioco, sottolinea il Capo dello Stato, c'e' il futuro dell'Unione Europea. Concetto che non deve suonare come una iperbole: dietro l'angolo ci sono quelle pulsioni populiste che gli Stati europei sono chiamati, tutti, a contrastare. Un nuovo richiamo alla buona politica, dunque, che segue quello pronunciato durante il discorso di commiato ai Lincei. Anti-politica come "patologia", ha sottolineato ieri Napolitano. E oggi ha utilizzato lo stesso concetto: un "morbo" e' la perdita di memoria del passato e massimamente della memoria dei valori fondanti della comunita' europea, prima fra tutte la solidarieta'. "Spesso dimentichiamo che la solidarieta' nel senso piu' comprensivo e serio del termine e' un pilastro della costruzione europea mentre la diffidenza reciproca ne e' un micidiale fattore dissolvente", sono state le parole del Capo dello Stato che vede aggirarsi, dietro alle "diffidenze reciproche" tra i Paesi, lo spettro di una "ricaduta nazionalistica". Non nel senso "bellicistico e aggressivo in cui si immersero" Italia e Germania all'inizio del Novecento, ma nel "porre l'interesse del proprio Paese al di sopra di una responsabile identificazione con l'interesse comune europeo che fin dall'inizio fu posto come base di una evoluzione unitaria dell'Europa come unita' economica e politica sempre piu' integrata". Una Europa che possa cosi' reagire a crisi e recessione, puntando sulla crescita senza trascurare l'equilibrio dei bilanci. E dando assoluta "priorita' all'occupazione, soprattutto a quella giovanile".





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