Sanità. Ocse promuove la sanita' italiana, ma pensare piu' a qualita' che ai bilanci
Sanità italiana promossa dall'Ocse. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 15 GEN. (AGI) - L'Ocse promuove il sistema sanitario italiano nonostante alcune criticita' rilevate, sul miglioramento della qualita' e la riorganizzazione del sistema che hanno assunto un ruolo secondario quando la crisi economica ha iniziato a colpire. "Revisione sulla qualita' dell'assistenza sanitaria in Italia" e' il rapporto presentato stamani, nel quale si propone una serie di valutazioni e raccomandazioni mirate a favorire un ulteriore miglioramento della qualita' delle cure tenuto conto delle esigenze di risparmio imposte dalla crisi economica.
Due le sfide che l'Italia deve affrontare: la prima e' garantire che gli sforzi in atto per contenere la spesa in campo sanitario non vadano a intaccare la qualita' quale principio fondamentale di governance. La seconda e' quella di sostenere le Regioni e Province Autonome che hanno una infrastruttura piu' debole, affinche' possano erogare servizi di qualita' pari alle regioni con le performance migliori. E' necessario un approccio piu' solido e ambizioso al monitoraggio della qualita' e al miglioramento a livello di sistema.
Il rapporto e' stato elaborato in collaborazione con Agenas e la DG della Programmazione Sanitaria del ministero. A presentare i dati: i ricercatori Ocse, Stefano Scarpetta, direttore del Directorate of Employment, Labour and Social Affairs (Delsa), che ha anche illustrato le iniziative Ocse a supporto dello sviluppo e dell'ottimizzazione delle risorse e da Francesca Colombo, responsabile della Health Division del Delsa. La monografia in 4 capitoli esamina la qualita' dell'assistenza sanitaria in Italia a partire da una panoramica delle politiche e delle pratiche per la qualita' delle cure, per poi concentrarsi, nei capitoli successivi, su tre aree particolarmente rilevanti per il sistema sanitario italiano: il ruolo delle cure primarie, il miglioramento della formazione del personale sanitario, il miglioramento dei sistemi di monitoraggio e della qualita' dell'assistenza in un sistema regionalizzato.
Il rapporto fotografa la qualita' dell'assistenza fornita, evidenziando le buone pratiche e proponendo una serie di valutazioni e raccomandazioni mirate a favorire un ulteriore miglioramento della qualita' delle cure. In sintesi l'Ocse da' un giudizio complessivamente positivo del nostro sistema sanitario: gli indicatori di esito, qualita' ed efficienza del sistema sanitario italiano sono uniformemente notevoli; basti segnalare che l'aspettativa di vita, 82.3 anni, e' la quinta piu' alta tra i Paesi Ocse. I tassi di ricovero per asma, malattie polmonari croniche e diabete (indicatori di qualita' delle cure primarie) sono tra i migliori nell'Ocse e quelli di mortalita' a seguito di ictus o infarto (indicatori di qualita' dell'assistenza ospedaliera) sono ben al di sotto della media Ocse.
Una buona assistenza e' fornita a un prezzo contenuto, calcolata in 3.027 dollari pro-capite: l'Italia spende, infatti, molto meno dei Paesi limitrofi quali Austria (4.593 dlr), Francia (4.121 dlr) e Germania (4.650 dlr). Il sistema delle cure primarie, inoltre, ha tradizionalmente fornito un'assistenza primaria di alta qualita', come dimostrato da indicatori di qualita' quali il ricovero ospedaliero evitabile; i livelli di soddisfazione del paziente sono anch'essi alti. L'Italia ha fatto un passo importante verso il maggiore coordinamento e l'integrazione dell'assistenza con la Legge Balduzzi, che incoraggia la creazione di reti di assistenza territoriale. E, non per ultimo, il personale sanitario offre, nel complesso, un'assistenza di alta qualita'. L'Italia possiede inoltre un ampio numero di ricchi database nazionali e regionali e numerosi registri dei pazienti che contengono informazioni sulla qualita' e sugli esiti dell'assistenza sanitaria. La creazione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (Nsis) - fa notare l'Ocse - e' stata un passo importante per utilizzare al meglio questi dati; un obiettivo chiave dell'Nsis e' stato standardizzare il tipo e il formato dei dati raccolti nei sistemi sanitari regionali italiani.
Venendo invece alle criticita', l'Ocse sottolinea che il miglioramento della qualita' e la riorganizzazione del sistema hanno assunto un ruolo secondario quando la crisi economica ha iniziato a colpire. Il risanamento delle finanze e' divenuto priorita' assoluta, nonostante i bisogni in fatto di salute evolvano rapidamente. L'Italia deve confrontarsi con un crescente invecchiamento della popolazione e un aumentato carico delle patologie croniche, che probabilmente si tradurranno in aumentati costi dell'assistenza e ulteriore pressione sul settore delle cure primarie; attualmente il progresso verso un modello di sistema sanitario in cui la prevenzione e la gestione di tali patologie siano in primo piano e' piuttosto lento; i servizi per l'assistenza di comunita', a lungo termine e di prevenzione sono poco sviluppati rispetto agli altri Paesi Ocse (l'Italia spende meno di un decimo di quanto spendono Olanda e Germania per la prevenzione; presenta la piu' bassa percentuale di operatori per l'assistenza a lungo termine osservabile nei Paesi dell'Ocse, in rapporto alla popolazione con 65 anni di eta' e oltre).
Inoltre il sistema sanitario italiano e' stato tradizionalmente caratterizzato da un alto livello di frammentazione e mancanza di coordinamento dell'assistenza erogata dai diversi professionisti. Il coordinamento delle cure e l'integrazione tra assistenza sanitaria e sociale sono caratterizzati da una bassa e disomogenea diffusione sul territorio nazionale. Preoccupa l'osservazione che la spesa sanitaria nelle Asl appare ancora predominantemente diretta a tipi tradizionali di servizi di cure primarie, quali medici individuali, con una piccola spesa allocata a servizi per pazienti fragili o quelli con condizioni croniche. Si osservano enormi differenze tra e entro le Regioni e le Province autonome nelle modalita' e negli strumenti di gestione della performance del sistema sanitario e nei modelli di accreditamento; cio' rende difficile il confronto con gli standard nazionali e limita la responsabilita' del provider nei confronti dell'utente.
Secondo l'Ocse, le riforme costituzionali del 2001 hanno contribuito a creare 21 sistemi sanitari regionali - con differenze notevoli sia per quanto riguarda l'assistenza che gli esiti; e' elevato il numero di pazienti che si spostano da regione a regione per ricevere assistenza sanitaria. Le iniziative nazionali volte al miglioramento della qualita' dell'assistenza non vengono applicate in maniera omogenea a livello regionale. Per l'Ocse, la priorita' dell'Italia deve essere passare da un sistema che assegna priorita' al controllo di bilancio, a uno che da' eguale priorita' alla qualita'.
Incentivi finanziari e informativi devono essere allineati con i risultati e la qualita' della cura ed e' necessario un approccio piu' omogeneo al monitoraggio e allo sviluppo della qualita' attraverso tutto il Paese.
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