Bari. Dal 1° aprile uffici postali a rischio ingorgo: Slp Cisl, più che razionalizzare si rischiano chiusure e disagi per i clienti
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La Cisl sugli uffici postali. (foto) ndr. |
Le preoccupazioni per il futuro di 4.000 lavoratori distribuiti in 400 uffici postali
di Redazione
BARI, 31 MAR. - “La Cisl Poste proclama un capillare piano di assemblee in tutti i posti di lavoro e uffici postali, a partire dal prossimo 1° aprile. Ci scusiamo sin da ora con la clientela per i disagi, i rallentamenti e i disservizi che ne potrebbero derivare, ma l’iniziativa si colloca nel quadro complessivo di vertenzialità acceso da tempo contro l’attuale management che da oltre dieci mesi dal suo insediamento mostra tutta la propria inadeguatezza rispetto ad un piano di privatizzazione che avanza a grandi passi”. E’ il Segretario generale del Slp Cisl di Puglia Basilicata, Nicola Oresta, ad annunciare le assemblee che si terranno nelle due regioni e che riguardano 400 Uffici Postali e circa 4.000 lavoratori del settore. “Nessuna implementazione degna di nota, nessuna riorganizzazione tesa ad efficientare impianti e strutture, nessuna visione sulla più grande azienda di servizi del nostro Paese – osserva Oresta – ma solo novità legate a chiusure e razionalizzazione degli uffici, abbattimento consistente degli organici, un aggressivo impianto disciplinare teso a contestare e licenziare la risorsa più importante per Poste Italiane, ossia i lavoratori e le lavoratrici”. Secondo Slp Cisl si vuol dismettere, al pari di esperienze del passato (Telecom, ENI, ENEL), beni primari dello Stato, a vantaggio delle solite oligarchie finanziarie. Inoltre, si vorrebbe snaturare l’essenza stessa dell’azienda postale con l’introduzione e vendita di prodotti finanziari ad alto rischio capitale, dinamica che sarebbe assolutamente non compresa dalla clientela che quotidianamente entra negli uffici postali, da sempre orientata al risparmio e che pretende investimenti cauti, sicuri e a bassissimo rischio. E’ in pericolo la tenuta stessa aziendale in termini di risorse e bilanci: a fronte di un utile pari a un miliardo di euro ereditato dalla precedente gestione, l’inerzia dell’attuale dirigenza porterà, nella migliore delle ipotesi, ad un risultato di bilancio dimezzato e con un organico decurtato di oltre ventimila posti di lavoro nell’arco del prossimo quinquennio. “La Cisl Poste – aggiunge Oresta – è fortemente preoccupata per le pesanti ricadute sul personale e sull’intera clientela, quella dei piccoli risparmiatori, che perderebbe un riferimento certo e insostituibile all’interno del Paese. La Cisl Poste – conclude – esorta tutte le Forze Politiche, le Pubbliche Istituzioni, le Associazioni ad occuparsi del dossier Poste, al fine di cautelare un grande patrimonio imprenditoriale della collettività, messo oggi fortemente a repentaglio da scelte incomprensibili e nebulose, in ossequio al moderno concetto di discontinuità rispetto al passato che rischia di travolgere anche ciò che di buono si è costruito in questi ultimi anni”.
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