Estero. Isis: controffensiva irachena, le truppe entrano a Tikrit
Truppe irachene a Tikrit. (foto Agi) ndr. |
di Redazione
ROMA, 12 MAR. (AGI) - Tikrit, simbolo dell'Iraq, torna nelle mani dell'esercito di Baghdad, che sta riuscendo a strappare all'Isis la citta' natale di Saddam Hussein, ma a Washington Barack Obama stenta ad avere il via libera nella battaglia contro lo Stato islamico. Al decimo giorno di offensiva, i militari dell'esercito iracheno, sostenuti delle milizie sciite della Mobilitazione popolare, vicine all'Iran, e le formazioni tribali sunnite filo-governative, sono penetrati nella citta' e hanno gia' riconquistato buona parte di un quartiere a nord-est, Qadisiya. E sono almeno quindici nelle ultime 24 ore i nuovi raid aerei condotti dalla coalizione internazionale guidata dagli Usa contro postazioni jihadiste nei territori controllati dallo Stato Islamico. E' la prima avanzata all'interno della citta' da quando, a giugno, cadde in mano all'Isis. I militari sono riusciti a issare la bandiera nazionale irachena sull'ospedale militare del quartiere. Minori invece i progressi nel settore sud e occidentale della citta'.
L'offensiva a cui partecipano oltre 30mila uomini e' aiutata dall'Iran che coordina i militari e le milizie impegnate. Martedi' le truppe avevano conquistato la citta' di al-Alam, all'estremita' settentrionale di Tikrit, spianando la strada all'attacco della citta' stessa. Al termine di diverse giornate di intensi bombardamenti e pesanti combattimenti nei villaggi circostanti, militari e milizie controllano adesso anche i sobborghi di al Hayakel, al Daiyoum, al Asry e al Sinai. E secondo le fonti, nelle prossime ore "l'esercito innalzera' la bandiera dell'Iraq sul tetto del palazzo del governatorato di Salah al Din". Sono fonti irachene che riferiscono dell'avanzata, notizie che non possono essere verificate. Se davvero il governo iracheno a guida sciita riuscisse a riconquistare Tikrit, sarebbe la prima grande citta' strappata ai jihadisti sunniti e darebbe slancio alla prossima, fondamentale tappa della campagna, la riconquista di Mosul.
Baghdad attende un sostegno piu' concreto da parte dell'amministrazione Obama, impantanata in Parlamento dove la richiesta di autorizzazione all'uso della forza non ha fatto passi avanti, frenata soprattutto dalle perplessita' democratiche memori dei disastri delle guerre dell'era Bush.
Quanto altri altri fronti della guerra al terrorismo, la Francia rafforzera' il proprio contingente di stanza nel Sahel nell'ambito della cosiddetta Operazione 'Barkhane' (Duna; ndr), con funzioni di contrasto al radicalismo islamista, per sostenere l'azione delle forze regionali che combattono le milizie di Boko Haram: lo ha annunciato il ministro della Difesa, Jean-Yves le Drian, pur precisando che "l'incremento numerico sara' contenuto". L'Operazione 'Barkhane' prevede attualmente il dispiegamento di circa tremila uomini, un migliaio dei quali solo in Mali, con quartier generale a N'Djamena, capitale del Ciad: cioe' uno dei quattro Paesi che, insieme a Camerun, Niger e Benin, si sono schierati con la Nigeria contro la setta jihadista. In Siria i cristiani dei villaggi della valle del Khabur presi in ostaggio dai jihadisti dello Stato Islamico (Isis) continuano ad essere nelle mani dei loro sequestratori, e la loro sorte appare legata anche all'evoluzione degli equilibri militari nella regione. "Abbiamo dei segnali - riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Jacques Behnan Hindo, a capo dell'arcieparchia siro-cattolica di Hassake'-Nisibi - che l'esercito sta per attaccare la regione che si trova a sud di Qamishli e ad est di Hassake', controllata dai jihadisti dello Stato Islamico. Se l'operazione militare avra' effetto, potrebbero poi andare a liberare i villaggi della valle del Khabur da dove sono fuggiti gli assiri e puntare in seguito a Sheddadi, che e' una roccaforte del Daesh (acronimo arabo usato per indicare l'Isis, ndr)". Al momento, sono stati liberati dai jihadisti soltanto 23 delle centinaia di cristiani presi in ostaggio.
In Occidente e' il fenomeno dei foreign fighters a preoccupare. Sono in corso le verifiche sull'identita' del bambino che appare in un video dell'Isis, mentre starebbe uccidendo con un colpo alla testa un ostaggio. E' quanto sottolineano fonti della polizia e dei servizi francesi al quotidiano Le Figaro e all'emittente France24.
Le fonti hanno riferito che non e' ancora possibile stabilire se il bambino di 10 anni sia di nazionalita' francese e se sia familiare di Sabri Essid, l'uomo che appare accanto a lui nel filmato, la cui autenticita' non e' stata ancora ufficialmente verificata. Secondo L'Express, Essid, originario di Tolosa, sarebbe il fratellastro di Mohamed Merah, il terrorista franco-algerino responsabile degli attentati di Tolosa e Montauban, nel marzo del 2012. Il legame tra l'uomo che appare nel video e Merah sarebbe provato da una foto del 2006, pubblicata dalla stampa francese, che ritrae il terrorista su una moto arancione intestata a Essid.
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