'La Buona Politica' - Ripresa economica: vera gloria o miraggio di prosperita'?
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Ripresa economica. (foto com.) ndr. |
di Cosimo Imbimbo
BARI, 20 APR. - Sotto la cenere il fuoco pare che bruci ancora: Sarà autentica gloria? Chissà . Migliorano la produzione e l'occupazione delle aziende manifatturiere di alcune regioni Italiane e, sotto il traino di automotive e meccanica strumentale, si attende nei prossimi mesi una svolta nella lunga fase recessiva degli ultimi anni con un aumento di produzione, ordini e occupazione. A rivelarlo è l'indagine congiunturale di Confindustria relativa al secondo trimestre 2015. Il cosiddetto indicatore composito anticipatore dell’economia italiana, che non è una previsione puntuale ma un orientamento sull’andamento del Pil, ha prefigurato quindi una ripresa per il primo trimestre del 2015.
Un segno più che metterebbe fine alla recessione.«In gennaio, l’economia italiana ha mostrato segnali di un possibile recupero della domanda .interna», ovvero dei consumi, afferma ancora l’Istat nella nota mensile. A confermare tali ottimistiche previsioni si aggiungono l’indice di fiducia di consumatori e imprese, che l’Istat ha rilevato in netto rialzo a gennaio e anche il recente calo della disoccupazione in Italia a dicembre, compresa quella giovanile. Un dato che però rimane ancora più alto della media europea e su cui è ancora presto di cantare vittoria. Ovviamante non tutti i settori sembrano usciti dalla crisi dei consumi. Si continua ancora, ad esempio, a risparmiare sui detersivi. Prima della crisi era stato conosciuto un vero e proprio boom dei consumi per la casa. E si sta continuando su quella strada. A risalire invece è la richiesta di mutui per la casa. Dopo il crollo del 41% del 2012, la ripresa in questo caso è cominciata a fine 2013. In un conteso di tensione e costante fibrillazione per la crisi greca e le polemiche sull'applicazione del Patto di Stabilità e Crescita, sembra siano finalmente giunte anche delle buone notizie per l'Eurozona. Le prospettive economiche del vecchio continente stanno migliorando. Quali i fattori che hanno contribuito? Da un lato la diminuzione dei tassi d'interesse ha reso più facile il finanziamento del debito pubblico; dall'altro il drastico calo del prezzo del petrolio, ora ai minimi storici, rappresenta una boccata di ossigeno per le aziende europee. Non da ultimo, ad aiutare le imprese si è aggiunta la notevole diminuzione del tasso di cambio dell'euro rispetto al dollaro che, favorendo l'export continentale, ha permesso di aumentare la competitività di tutta l'economia europea. Molte le sfide aperte, quindi, ma tra attori economici e politici sembra tornata la fiducia.
I leader europei sono diventai più positivi sul futuro economico dell'Eurozona: il presidente della Bce, Mario Draghi, ha, infatti, dichiarato in un recente intervento ad un convegno a Francoforte, che nella zona Euro "sta prendendo piede una ripresa economica sostenuta" e che gli europei "possono essere giustamente ottimisti sulle prospettive". Ottimismo mitigato però dal timore che questa congiuntura positiva non sia pienamente utilizzata per mettere in atto misure che consentano all'Europa di riprendere il volo. Come sottolineato da molti analisti, infatti, il miglioramento del quadro macroeconomico è di natura congiunturale e necessita quindi l'adozione di misure che rendano strutturalmente più competitive le economie europee. Sarebbe prematuro e imprudente per i leader nazionali europei pensare di essere usciti dal guado della crisi. Piuttosto, dobbiamo considerare la situazione attuale come una finestra di opportunità per fare le riforme Comunque continuino ad andare le cose non basta l'attivismo riformista del governo se poi alle imprese italiane viene preclusa la possibilità di esportare verso mercati che hanno dato in passato ottime soddisfazioni..
Insomma cauto ottimismo se non per altro per tenerci ben in allenamento in previsione di altre turbolenze (il più lontano possibile) o sciagure economiche, tralaltro vedi i dati negativi segnati dall'esporatzione in Cina, occhio ai mutamenti che non si trasformino in effetto boomerang senz'altro a danno dell'intera collettività .
Un segno più che metterebbe fine alla recessione.«In gennaio, l’economia italiana ha mostrato segnali di un possibile recupero della domanda .interna», ovvero dei consumi, afferma ancora l’Istat nella nota mensile. A confermare tali ottimistiche previsioni si aggiungono l’indice di fiducia di consumatori e imprese, che l’Istat ha rilevato in netto rialzo a gennaio e anche il recente calo della disoccupazione in Italia a dicembre, compresa quella giovanile. Un dato che però rimane ancora più alto della media europea e su cui è ancora presto di cantare vittoria. Ovviamante non tutti i settori sembrano usciti dalla crisi dei consumi. Si continua ancora, ad esempio, a risparmiare sui detersivi. Prima della crisi era stato conosciuto un vero e proprio boom dei consumi per la casa. E si sta continuando su quella strada. A risalire invece è la richiesta di mutui per la casa. Dopo il crollo del 41% del 2012, la ripresa in questo caso è cominciata a fine 2013. In un conteso di tensione e costante fibrillazione per la crisi greca e le polemiche sull'applicazione del Patto di Stabilità e Crescita, sembra siano finalmente giunte anche delle buone notizie per l'Eurozona. Le prospettive economiche del vecchio continente stanno migliorando. Quali i fattori che hanno contribuito? Da un lato la diminuzione dei tassi d'interesse ha reso più facile il finanziamento del debito pubblico; dall'altro il drastico calo del prezzo del petrolio, ora ai minimi storici, rappresenta una boccata di ossigeno per le aziende europee. Non da ultimo, ad aiutare le imprese si è aggiunta la notevole diminuzione del tasso di cambio dell'euro rispetto al dollaro che, favorendo l'export continentale, ha permesso di aumentare la competitività di tutta l'economia europea. Molte le sfide aperte, quindi, ma tra attori economici e politici sembra tornata la fiducia.
I leader europei sono diventai più positivi sul futuro economico dell'Eurozona: il presidente della Bce, Mario Draghi, ha, infatti, dichiarato in un recente intervento ad un convegno a Francoforte, che nella zona Euro "sta prendendo piede una ripresa economica sostenuta" e che gli europei "possono essere giustamente ottimisti sulle prospettive". Ottimismo mitigato però dal timore che questa congiuntura positiva non sia pienamente utilizzata per mettere in atto misure che consentano all'Europa di riprendere il volo. Come sottolineato da molti analisti, infatti, il miglioramento del quadro macroeconomico è di natura congiunturale e necessita quindi l'adozione di misure che rendano strutturalmente più competitive le economie europee. Sarebbe prematuro e imprudente per i leader nazionali europei pensare di essere usciti dal guado della crisi. Piuttosto, dobbiamo considerare la situazione attuale come una finestra di opportunità per fare le riforme Comunque continuino ad andare le cose non basta l'attivismo riformista del governo se poi alle imprese italiane viene preclusa la possibilità di esportare verso mercati che hanno dato in passato ottime soddisfazioni..
Insomma cauto ottimismo se non per altro per tenerci ben in allenamento in previsione di altre turbolenze (il più lontano possibile) o sciagure economiche, tralaltro vedi i dati negativi segnati dall'esporatzione in Cina, occhio ai mutamenti che non si trasformino in effetto boomerang senz'altro a danno dell'intera collettività .
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