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Teatro. Risate e colpi di scena con "Il Fuoco di Sant'Antonio" al teatro Forma di Bari

"Il Fuoco di Sant'Antonio" al Teatro Forma di Bari
di Maria Caravella
BARI, 19 OTT. – Rifiutare la modernità e tutto ciò che è “alternativo” alla tradizione fino a quando la vita impone il suo contrappasso e tutto cambia. Ne sa qualcosa il falegname Nicola (il sempreverde Nicola Pignataro), inviperito con i tempi moderni che hanno introdotto il “faidate” e con gli ipermercati dove i mobili si acquistano a prezzi stracciati, ma poi il cliente deve montarseli da sé. Gli affari, per il poverino, non vanno più tanto bene e certamente la presenza in famiglia di Teresa – moglie arpia dal fare autoritario – e Filomena – rampante studentessa iscritta alla facoltà di Medicina – non l’aiutano ad accettare il “nuovo che avanza”. Conservatore imperterrito, il buon uomo non vede di buon occhio anche l’alimentazione vegana e vegetariana e la medicina “naturale”. Sennonché Filomena – manco a dirlo – è fidanzata proprio con un erborista (Ulderico), del quale, ovviamente, non ha alcuna stima, dal momento che esercita una professione che considera fasulla e truffaldina: facile immaginare lo stato d’animo dello “sventurato” artigiano. Tra equivoci e colpi di scena, la commedia svolge la sua trama proponendo picchi decisamente esilaranti e conduce il protagonista a sperimentare sulla propria pelle i benefici del progresso. Grazie alla medicina alternativa, infatti, guarisce dal fastidiosissimo “Fuoco di Sant’Antonio” e, in un colpo solo, si ravvede e accetta di abbracciare la modernità e, soprattutto, il futuro genero erborista. “Il Fuoco di Sant’Antonio”, una produzione in vernacolo barese firmata Teatro Purgatorio, è in scena al Teatro Forma fino al 24 ottobre prossimo. Con Pignataro, in scena Annalena Cardenio, Franco De Giglio, Nicola Traversa, Gianni Laporta e Ileana Pepe. Tante risate e un’occasione in più per mantenere vivo uno slang che, specialmente tra i più giovani, risente in maniera pesante dell’italianizzazione di troppi termini stranieri e che, invece, andrebbe riscoperto e custodito.







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