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Società. Bambini e mass media, da Bari gli esperti avvertono: "Attenti a urla e violenza"

Media e bambini, un rapporto difficile
di Donato Forenza
BARI, 29 NOV. - «Una società che rinuncia a parlare dei bambini è una società che rinuncia a ragionare sul proprio futuro». E’ l’allarme lanciato dalla prima assemblea nazionale del forum “Bambini e mass media”, promossa dall’Ucsi, dal Corecom Puglia, dal Garante dei Minori, dalla Presidenza del Consiglio regionale, dall’Ordine dei Giornalisti e Comune di Bari. Il mondo dei bambini e il mondo dell’informazione e della comunicazione si devono interfacciare in nuove dimensioni per coniugare le esigenze quotidiane, le aspettative e le loro specificità. La professione giornalistica si è data regole deontologiche anche abbastanza rigide, che spesso sono disattese nella pratica del rapporto tra bambini e informazione. «L’etica è il principio, l’approccio, il pensiero da cui nasce la comunicazione nei contenuti. Un’informazione urlata e infarcita di violenza potrebbe causare problemi sociali. La comunicazione è parte attiva nei processi educativi», è stato rimarcato durante l’assemblea. Istruzioni per l’uso: «La comunicazione deve avere caratteristiche di alto livello morale, essere utile nel linguaggio, non enfatizzata, non violenta, ma educativa. Occorre applicare la “Carta dei Diritti dell’infanzia” delle Nazioni Unite. E’ necessario operare in modo tale che i media parlino dei bambini, ponendo loro ascolto e considerazione, proteggendoli ed occupandosi del loro mondo, delle esigenze della formazione, di crescita fisica, morale e sociale, interpretazione della vita. I bimbi sono fondamenta del futuro».






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