Società. Violenza sulle donne: in Puglia dati in crescita, ma ancora sottostimati
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Violenza sulle donne: in Puglia dati sottostimati |
BARI, 26 NOV. - La Giornata internazionale per il contrasto alla violenza sulle donne in Puglia è stata occasione per mettere un punto fermo sullo stato delle politiche e degli interventi per prevenire e contrastare il fenomeno.
In Puglia nel 2014 sono stati 1.500 gli accessi delle donne registrati da 16 centri antiviolenza pugliesi (su un totale di 20 attivi attualmente sull'intero territorio regionale) con una presa in carico del 58%. Gli accessi nel 2014 sono stati di poco superiori agli accessi registrati nel 2013.
«Il dato sugli accessi è assolutamente sottostimato – ha sottolineato con realismo l'assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro – perché sconta un sommerso che è immaginabile di grandezze ben superiori. Tuttavia è un dato importante almeno per due motivi: per l'ampiezza della platea ufficiale che va tenuta in conto e perché attraverso le politiche, puntuali e strutturate attuate in questi anni in tema di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, anche grazie alle associazioni e al loro impegno, ora un dato c'è».
Il 91% delle donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza pugliesi nel 2014 ha cittadinanza italiana. La fascia di età prevalente tra le donne che si rivolgono ai centri è quella tra i 30 e i 49 anni (47,3%); significative anche le percentuali delle donne della fascia 18-29 anni (13,9%) e della fascia di età 50-59 anni (14,3%); fa riflettere anche la percentuale, sia pur minima (4,2%) delle donne tra i 60 e i 69 anni che hanno chiesto aiuto ai centri. Rispetto all'anno precedente si registra un aumento percentuale significativo (+ 7%) nella fascia di età compresa tra i 30-39 anni e un decremento in termini percentuali per la fascia di età 18-29 anni (-5%).
Le donne subiscono violenza soprattutto nel contesto domestico e delle relazioni intime. Se si sommano le percentuali delle donne coniugate o conviventi e delle donne separate e divorziate che si sono rivolte ai Cav, si rileva una percentuale complessiva dell'80% che mette in evidenza il contesto "familiare" della violenza. Fra gli autori delle violenza, infatti, figurano prevalentemente il partner e l'ex partner, due tipologie di autori che rappresentano complessivamente il 78,2%.
Le tipologie di violenza denunciate confermano l'ordine di prevalenza dell'anno precedente: violenza prevalente è quella fisica, seguita da quella psicologica, dallo stalking, dalla violenza sessuale. La violenza psicologica accompagna tutte le forme di violenza così come, a seguire, quella della violenza economica. La mancanza di lavoro è un problema per molte delle donne che subiscono violenza. La percentuale delle donne non occupate, delle donne casalinghe e delle studentesse è pari al 59% del totale e mette in evidenza la mancanza di autonomia economica che potrebbe pregiudicare il percorso di fuoriuscita dalla violenza se non si interviene con risposte integrate e globali. Strettissima è la connessione che esiste tra violenza domestica intrafamiliare agita sulle donne e la violenza assistita da parte di figli minori che aggrava le conseguenze del fenomeno. Un dato estremamente preoccupante è la presenza di figli minori che potrebbero essere vittime di violenza assistita, diretta o indiretta quando addirittura diventare bersaglio diretto della violenza. Il 66,4% delle donne ha figli minori di cui il 36,1% maschi.
«Avviare costanti flussi informativi sul fenomeno – ha concluso l'assessore Negro – coinvolgendo tutte le istituzioni e i servizi che intercettano, nel loro operare quotidiano, le richieste di aiuto ancorché non espresse da parte delle donne che subiscono forme di violenza, è di fondamentale importanza per sviluppare la conoscenza delle problematiche relative alla violenza di genere e armonizzare le varie metodologie di intervento adottate nel territorio». (C. St.)
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