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Cronaca. Tragedia sfiorata all'Ilva di Taranto: in prognosi riservata operaio precipitato da 5 metri

Nuova tragedia sfiorata all'Ilva di Taranto
Daniele Lo Cascio
TARANTO, 7 DIC. - E’ accaduto di nuovo. Ennesimo incidente sul lavoro all'Ilva di Taranto. Questa volta nel secondo sporgente dell’area "Sbarco materie prime (Ima/1). La vittima è Giuseppe Vernile, un operaio tecnico 42enne della manutenzione. E' precipitato da un'altezza di circa 5 metri mentre eseguiva un’ispezione sul nastro loppa. L'operaio è stato trasportato all'ospedale Santissima Annunziata di Taranto dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico di urgenza. I medici hanno lavorato su una lesione lombare, sulla frattura del bacino e sulla perforazione di un polmone. Resta in prognosi riservata e secondo i sanitari non versa in pericolo di vita. Un miracolato, insomma.
La magistratura ha disposto il sequestro dell’area, inclusi i camminamenti, mentre il nastro resta in funzione per il trasporto della loppa. Fonti sindacali da tempo lamentano la scarsa sicurezza degli impianti che vede periodicamente coinvolti operai in incidenti gravi come questo quando non mortali. Secondo il coordinatore provinciale dell'Usb, Francesco Rizzo, questo incidente «Ã¨ la riprova che lo stabilimento versa in condizioni critiche non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista logistico. Sono questi i risultati dei decreti emananti dal Governo associati all’incapacità commissariale di gestire temi caldi come la sicurezza e la salute. La salute delle persone è messa a rischio. Gli incidenti si susseguono con un ritmo impressionante. A queste condizioni ci chiediamo se ne valga ancora la pena di continuare. Non vale più sacrificare le persone per tenere in piedi uno stabilimento che ormai non porta più niente. Lo stabilimento va fermato. Non si può pensare di continuare a sacrificare vite umane per tenere in piedi uno stabilimento ridotto oramai a colabrodo. Il governo ha fallito. Non si perda altro tempo e si incominci a ragionare sulle soluzioni alternative per i dipendenti del siderurgico».





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