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Economia. Altri 300 milioni di euro per tentare di salvare l'Ilva di Taranto

Nuova pioggia di soldi per l'Ilva
Daniele Locascio
TARANTO, 6 DIC. - E’ arrivato venerdì scorso il nono decreto "salva Ilva" che porta con se un portafoglio da 300 milioni di euro. Quelli che - secondo il Governo - dovrebbero bastare a salvare il gigante delle acciaierie italiane (che perde oltre venti milioni di euro al mese) e traghettarlo verso la cessione a terzi attraverso una “procedura a evidenza pubblica". Tutto l’iter dovrebbe concludersi entro il 30 giugno 2016, in un lasso temporale brevissimo per consentire al ministro dello Sviluppo economico di sondare gli offerenti.
Si parla di interesse di un consorzio che sarebbe costituito dai gruppi Marcegaglia, Arvedi, Duferco, Amenduni. Lo stanziamento di 300 milioni si aggiunge a quello di 800 già previsto nella Legge di Stabilità, ma - ha spiegato il ministro - dovrà essere restituito allo Stato con gli interessi. "Il soggetto aggiudicatario – ha poi affermato Guidi – sarà valutato anche dal punto di vista della proposta ambientale, nel momento in cui presenterà il nuovo piano potrà presentare un nuovo piano Aia con la stessa procedura dell’Aia oggi esistente". Nel frattempo lo stesso decreto proroga il risanamento ambientale dell’Ilva al 31 dicembre 2016 obbligando, di fatto i tarantini a subire l’inquinamento ambientale, per legge.







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