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Taranto. Non Una di Meno: Dall'analisi del territorio alle assemblee nazionali

Una manifestazione Non Una di Meno Taranto (foto S.M.) ndr.

di Luciano Manna


Proseguono i lavori per l'8 marzo 2018
TARANTO, 28 DIC. – "Non Una di Meno" o meglio "Ni Una Menos" nacque in Argentina nel 2015 da un gruppo di attiviste, giornaliste ed artiste argentine che diedero luogo a una mobilitazione di massa con una grande manifestazione contro la violenza maschile sulle donne invadendo le strade di Buenos Aires e di altre centinaia di città argentine. Il movimento fece da subito pressioni sul mondo politico con richieste di impegno rivolte ai candidati per combattere la violenza sessista. L'influenza dell'onda argentina attraversò l'oceano e raggiunse anche gli altri continenti. Il 3 ottobre 2016 le donne polacche bloccarono  l'intera nazione manifestando contro una proposta di legge, votata a favore in una prima fase, che avrebbe vietato ogni forma di aborto.

In Italia, il movimento influenzato da quello argentino, si alimenta dopo l'ennesima violenza e conseguente omicidio su una donna. Maggio 2016: a Roma una ragazza di 22 anni viene strangolata e poi bruciata con una tanica di benzina dal suo ex compagno. Questo grave episodio, ma probabilmente anche il basso livello mediatico dove il ruolo della donna in un atto di violenza subita appare come in una sorta di "collaborazione" piuttosto che di semplice vittima, scuote i movimenti romani e le attiviste femministe che danno luogo a diverse assemblee con l'obiettivo di scrivere nuove linee anti violenza che possano essere recepite dalla politica di governo. La data che segna un traguardo importante per quello che sarà il movimento italiano "Non Una di Meno" è il 25 novembre 2016, Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne. Il movimento femminista decide di fare una grande manifestazione il giorno successivo a quella data, proprio per rimarcare le distanze rispetto ad un inefficiente piano governativo anti violenza. Il 26 novembre 2016 c'è il corteo per le strade di Roma del movimento "Non Una di Meno" che vieta nello stesso la presenza di bandiere, slogan, striscioni istituzionali di organizzazioni di partito e sindacali. L'obiettivo è la donna come unica protagonista e la diffusione dei contenuti emersi negli incontri nazionali. Il giorno dopo il corteo, il 27 sempre a Roma, c'è l'assemblea nazionale. Le due giornate in capitale segnano una nuova mobilitazione che mira all'elaborazione di un Piano Femminista contro la violenza maschile.

Da Taranto un gruppo autonomo di persone interessate alle tematiche di genere partecipa a questo corteo e all'assemblea nazionale e da questa partecipazione nasce "Non Una di Meno Taranto" che poi prosegue il suo percorso all'assemblea nazionale di Bologna, febbraio 2017, per l'organizzazione dei cortei dell'8 marzo, da lì denominato "Lotto marzo". A Bologna si riuniscono più di duemila persone e sono presenti anche le attiviste e gli attivisti di Taranto. Vengono scritti otto punti che caratterizzeranno le manifestazioni dell'8 marzo e che esprimono il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia. Da Taranto vengono portati nell'assemblea nazionale i contributi frutto di mesi di lavoro ed analisi sul territorio. Non mancano le questioni ambientali con le conseguenti patologie, come endometriosi e aspermia, a danno dell'apparato riproduttivo, sia per le donne che per gli uomini. Sara Mastrobuono, attivista femminista di "Non Una di Meno Taranto", sostiene che "è intollerabile accettare una politica di un governo che propone una giornata come il "Fertility Day" e contemporaneamente sostiene, legiferando, una politica ambientale inaccettabile, come nella questione Ilva, dove si consente di inquinare con un danno sanitario oramai noto e certificato dagli studi scientifici, e quindi creando anche un danno agli apparati riproduttivi, quindi alla fertilità".

"Siamo attivi sul territorio su diversi fronti - sostiene l'attivista Sara Mastrobuono - ma con l'unico obiettivo che ci riporta ai fini del movimento nazionale. Ad esempio abbiamo effettuato una indagine sulle farmacie di Taranto per conoscere la presenza degli obiettori di coscienza e quindi capire le eventuali problematiche legate alla "pillola del giorno dopo" che ricordiamo non è una pillola abortiva ma è una contraccezione di emergenza che i medici sono obbligati a dare per legge alle maggiorenni e alle minorenni con la prescrizione medica. Il monitoraggio del territorio ci consegna purtroppo un quadro dove regna la disinformazione. Dalla mappatura Ã¨ inoltre emerso che uno dei consultori più importanti, quello della Città Vecchia di Taranto, era stato chiuso per problemi di agibilità dello stabile in cui era sito insieme all'asilo nido comunale del Vasto. Non Una Di Meno Taranto, all'interno delle numerose iniziative organizzate, ha più è più volte sottolineato quanto fosse grave la chiusura di questo consultorio, tenendo conto che la Città Vecchia è una zona della città con il più alto tasso di gravidanze in età adolescenziale. Dopo mesi e mesi di chiusura, è finalmente prevista a breve la riapertura di questo consultorio in un'altro edificio, sempre in Città Vecchia, ma con un ridotto orario di apertura e un conseguente taglio dei servizi. La battaglia per il pieno funzionamento è quindi, ancora in corso. A questo proposito abbiamo creato un volantino informativo che abbiamo distribuito pochi giorni fa, prima di Natale, nel centro della città e che distribuiremo da gennaio a partire dai quartieri periferici. Nel volantino abbiamo riportato tutte le informazioni relative ai consultori familiari, al "Centro Anti violenza", informazioni sulla contraccezione, sulle malattie trasmissibili sessualmente, sulla gravidanza, sull'aborto e sulla violenza in genere. Abbiamo fatto informazione anche in occasione della "Giornata per l'aborto sicuro e legale" organizzando un incontro dove hanno partecipato ostetriche che hanno argomentato sul tema aborto. Inoltre abbiamo organizzato una manifestazione informativa con volantinaggio davanti l'ospedale di Taranto che ha inaugurato un strumento desueto dove una donna può abbandonare il neonato nella classica e vecchia ruota. La chiamano "la culla per la vita" ma i soldi spesi per questo vecchio sistema potevano impiegarli per fare corretta informazione visto che esiste già una legge a tutela delle donne che vogliono partorire in anonimato in ospedale. Purtroppo a Taranto, ed in particolare su questi argomenti, ci sono molte situazioni critiche. Ad esempio il "Centro Anti violenza" è aperto per sole sei ore a settimana".

"Dopo le esperienze del 2016 a Roma - prosegue raccontando Sara - e all'inizio di quest'anno a Bologna, che poi ci ha portato a manifestare l'8 marzo nella nostra città, siamo tornati a Roma a novembre per un nuovo corteo nazionale di "Non Una di Meno". Questa volta c'era ancora più gente, più di 150mila persone che hanno invaso le strade della capitale, mentre il giorno dopo, come di consueto dopo il corteo, si è svolta l'assemblea nazionale che ha avviato nuovi lavori e sviluppi dei nostri obiettivi ed inoltre rilancia lo sciopero globale dell'8 marzo 2018. I dodici punti del "Piano Anti violenza" scaturito da questa assemblea è frutto di assemblee nazionali e territoriali dove si sono messe in relazione tutte le esperienze in un confronto vero e supera il femminismo della differenza; premesso che il femminismo degli anni '70 è stato fondamentale su temi come divorzio ed aborto ed inoltre ha inciso sul riappropriarsi di spazi politici e di autonomia. Oltre alle donne mette in discussione anche gli stessi uomini, che partecipano ai gruppi di lavoro. Noi siamo convinte che inutile chiudersi nelle stanze del palazzo e pensare di decidere sui corpi e sulle vite delle donne, bisogna ascoltarle le donne! Come Non Una di Meno Taranto invitiamo tutte le attiviste e gli attivisti sensibili a queste tematiche a contribuire dandoci un sostegno nelle attività e nei prossimi appuntamenti. Come abbiamo dimostrato serve essere presenti nelle manifestazioni ma non solo; sono fondamentali i nostri lavori finalizzati agli interventi nella società civile e nel mondo politico. Per fare ciò c'è bisogno di sacrificio, impegno e progettazione seria, pertanto ribadiamo a tutte e a tutti l'invito a lavorare con noi e non essere solo presenti nelle manifestazioni, solo in questo modo riusciremo a rendere questa società una comunità civile con le donne protagoniste del loro futuro, senza soprusi e violenze".


Pagina Facebook Non Una di Meno Taranto: facebook.com/Non-Una-Di-Meno-Taranto

Sito web di Non Una di Meno: nonunadimeno.wordpress.com




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