Bari: Ergastolo per gli autori dell’omicidio di Lorusso Nicola
Ergastolo per l'omicidio Lorusso. (foto P.S.) ndr. |
di Redazione
BARI, 22 MAR. (Comunicato St.) - Nel primo pomeriggio odierno, la Corte d’Assise di Bari ha emesso sentenza di primo grado nei confronti di CAMPANALE Leonardo (classe 1970), esponente di spicco del clan “Strisciuglio”, operante al rione “S. Girolamo” di Bari, e del suo sodale CAPUTI Gianfranco (classe 1988).
I predetti sono stati condannati, con il rito abbreviato, alla pena dell’ergastolo in quanto ritenuti responsabili dell’omicidio di LORUSSO Nicola (classe 1956), detto “U’ciucc”, avvenuto al rione S.Girolamo l’11 gennaio 2015.
Le indagini, espletate dalla Sezione Omicidi della Squadra Mobile e coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia Dr. Renato NITTI, avevano accertato precise responsabilità dei due per il grave fatto di sangue, avvenuto alle ore 9.30 di quella domenica mattina, in via Van Westerhout, strada attigua alla pineta di “S. Francesco” ove, come tutte le domeniche, erano presenti numerose donne e bambini.
Nella circostanza, CAMPANALE Leonardo e CAPUTI Gianfranco, in concorso tra loro ed avvalendosi delle condizioni di appartenenza all’associazione di tipo mafioso denominata clan “STRISCIUGLIO – CAMPANALE”, al fine di vendicare l’assassinio di CAMPANALE Felice, padre di Leonardo, nell’ambito di una faida in corso ormai da anni e tesa al controllo del potere criminale sul quartiere San Girolamo di Bari, avevano cagionato, con premeditazione e con modalità mafiose, la morte di LORUSSO Nicola, padre di LORUSSO Umberto e Saverio, esponenti di spicco dell’omonimo clan antagonista.
I due, in particolare, avevano atteso l’uscita del LORUSSO Nicola dalla sua abitazione, quindi, dopo aver bloccato l’autovettura sulla quale viaggiava in compagnia della moglie, avevano esploso al suo indirizzo numerosi colpi di arma da fuoco, con l’impiego di un fucile mitragliatore AK 47 Kalašnikov.
Le investigazioni avevano consentito di stabilire che a sparare era stato CAMPANALE Leonardo mentre CAPUTI Gianfranco conduceva l’autovettura Mercedes classe B, dagli stessi utilizzata per commettere l’omicidio e risultata provento di furto.
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