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Scuola. Con “Arteattiva” c’è un Liceo all’avanguardia. All’Artistico Pestalozzi di San Severo si insegna la didattica mirata per la mini impresa

Alcuni lavori dei ragazzi di Arteattiva (foto Liceo Artistico Pestalozzi - San Severo) ndr.
di Nico Baratta

SAN SEVERO (FG), 21 MAR. - Una scuola più “smart” la definirebbero i pensanti politicizzati che in pochissimi anni hanno inflazionato un termine inglese che significa nient’altro “intelligente”. Il Liceo Artistico Pestalozzi di San Severo più che “smart” lo si potrebbe definire italianamente “avanti nel tempo”, proiettato verso quel futuro che dovrebbe garantire un’occupazione ai suoi diplomati. Il progetto “Arteattiva“ che da qualche tempo sta portando avanti potrebbe essere quel metodo all’avanguardia per garantire un’occupazione a chi oggi utilizza l’alternanza scuola-lavoro come fattibile ingresso dei giovani nel mondo occupazionale. Invece di proporre e poi far fare agli studenti una formazione presso un’azienda, Arteattiva è l’azienda all’interno della scuola. L’idea è stata concepita dal docente Michele Lella, che ne ha voluta fortemente la realizzazione, nel rispetto delle regole scolastiche e formative con il beneplacito e la responsabilità della Dirigente scolastica Isabella Anna De Finis. Attualmente il progetto, che nient’altro è una mini impresa, è costituita da 20 alunni delle prime, seconde e quarte classi del liceo, organizzati in vari ruoli: da progettisti, modellatori, decoratori, contabili e magazzinieri. Ognuno ha il suo compito, che di lezione in lezione impara e poi svolge per far crescere l’operato finale della mini impresa. Peculiarità importante che il Prof. Lella ha voluto porre in essere è l’autonomia dei 20 alunni nel rapportarsi con il cliente in base alle funzioni svolte dal “mini imprenditore”. Una tecnica formativa che responsabilizza l’alunno, rendendolo capace di lavorare e non solo applicare lo studio a ciò che sta facendo.
 
Alcuni lavori dei ragazzi di Arteattiva (foto Liceo Artistico Pestalozzi - San Severo) ndr.
«La “didattica mirata” -come la definisce il Prof. Michele Lella-, di Arteattiva è un metodo di insegnamento rivoluzionario fondato sulla collocabilità della didattica appresa. Non più metodologie teoriche o immaginarie, ma tutto connesso al lavoro. Gli oggetti da regalo, i souvenir, le sculture, le lampade, un plastico design o un gadget da museo, prodotti da Arteattiva sono studiati e realizzati a scuola per poi essere commercializzati dagli alunni durante gli stessi anni liceali. Si tratta di lezioni specificatamente dirette all’identità dello studente e alle sue competenze, da quelle minime a quelle eccellenti, perciò senza escludere nessuno. In pratica –continua il docente- nella mini impresa della didattica mirata si producono oggetti semplici ed elaborati, per poi essere venduti ai committenti. Difatti da solo due settimane da quando ha avuto inizio il progetto a scuola sono pervenute committenze molto significative, che hanno prodotto un budget entusiasmante per l’iniziativa. In altre parole è un reddito individuale dell’impegno extrascolastico degli studenti. Inoltre, questa tipologia di fare alternanza scuola-lavoro, così concepita nel progetto, diventa multidisciplinare e plasticamente polivalente e polifunzionale, permettendo agli studenti di relazionarsi tra loro e i clienti che possono essere, oltre al committente finale, chi esegue le spedizioni, chi fiscalizza il prodotto venduto. Un modus  operandi di fare impresa in linea con alcuni recenti studi svolti all’Università Bocconi di Milano e la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Roma che per il futuro evidenziano nelle arti  e nell’artigianato quell’area occupazionale per migliaia di operatori».
Come vedete il progetto è rivoluzionario nell’ambito scolastico e il Liceo Artistico Pestalozzi ne detiene il format. Ciò fa riflettere perché nessuna istituzione ha pensato a tal procedura nel formare i futuri lavoratori. Una risposta potrebbe essere quella di indurre i diplomandi a conoscere internamente le aziende o gli enti presenti nel territorio, per poi farli diventare potenziali assunti. Ma il mondo del lavoro, come ben sappiamo, è saturo e laddove c’è una minima possibilità d’inserimento diventa occupazione temporanea e spesso depauperizzata nel valore intrinseco del termine “lavoro”. Ecco perché “Arteattiva” diventa quella mini impresa della didattica mirata, ovvero insegnare un lavoro autonomo, dapprima stimolato e poi formato e guidato dal docente che diplomerà il suo alunno, che si vedrà soddisfare gli obiettivi prefissati. Considerando che oggigiorno in Italia l’artigianato, in particolare quello artistico italiano, è una fetta preponderante del PIL, che esporta in tutto il mondo, l’investimento formativo-lavorativo intrapreso dal Liceo Pestalozzi pare essere la chiave di volta per dar slancio a un’economia soffocata dalla dipendenza lavorativa. Tutti parlano delle partite IVA sempre in affanno per politiche lavorative e economiche asfissianti, di un tramonto del lavoro autonomo sempre in calo ed in particolare di quello artigianale, quello che da sempre ha contraddistinto il Belpaese. Con “Arteattiva” potrebbe essere rimodulato questo tramonto del lavoro autonomo, ovviamente se il progetto fosse utilizzato da molte più scuole. I dati forniti dal Prof. Lella sono confortanti, considerando i numeri delle unità operanti e delle ore dedicate, che potrebbero essere svolte anche fuori il consuetudinario orario scolastico, anche se svolto nelle ore di laboratorio diventa sinonimo di passione e serietà di svolgimento.

Alcuni lavori dei ragazzi di Arteattiva (foto Liceo Artistico Pestalozzi - San Severo) ndr.
Particolari, quelli delle ore dedicate al progetto e dei suoi costi, che la Dirigente scolastica del Liceo Artistico E. Pestalozzi, la Prof. Isabella Anna De Finis, ha rimarcato con dovuta cautela e con responsabile presa coscienza che in un futuro recente potrebbe essere ampliato con altri: «Il progetto Arteattiva viene realizzato senza costi per l’Amministrazione –ha posto in evidenza la Dirigente-, utilizzando tre ore settimanali di potenziamento della classe di concorso AO14. Per ora è solo una sfida e una scommessa. In seguito si potrebbero studiare ulteriori articolazioni a beneficio del territorio».
«Attualmente –ci fa ancora sapere Michele Lella-  la mini impresa sta realizzando oggetti diretti al mercato turistico pugliese e toscano, con un budget importante che permetterà agli studenti volenterosi interessati a tali obiettivi di soddisfare ed in autonomia nei propri spazi le prime esigenze economiche giovanili. In porto ci sono già rapporti di lavoro con importanti spedizionieri nazionali ed esteri, perciò uno sprone sia per gli alunni coinvolti nel progetto, sia per la scuola che sta investendo in questo futuristico modo di concepire l’alternanza scuola-lavoro. La didattica mirata, così realizzata, credo che possa conquistare, ovunque sia possibile, una posizione di prestigio e di qualità. Considerando che già dalle prime classi gli alunni sono già sorprendentemente consapevoli di apprendere didattica e di trasformarla immediatamente in lavoro, perciò ottenendo risultati formativi ed economici, conferma quanto oggi la scuola necessita di sperimentazioni ed innovazioni, oltretutto  previste dalla attuale normativa scolastica. In merito al budget,  mi preme rilevare –conclude il Prof. Lella-, il bilancio della mini impresa scolastica si chiuderà ogni anno, come qualunque attività, e valuterà le prospettive degli anni avvenire, programmando nuovi prodotti e ampliando la propria clientela attraverso rappresentanze esterne e una rete informatica preposta. A tal riguardo è doveroso dire, a beneficio della completezza e trasparenza delle informazioni fornite, che la mini impresa scolastica in futuro sarà dotata di un sito internet come vetrina dei propri prodotti».
Con questo progetto, che abbiamo definito rivoluzionario nell’ambito scolastico, forse è giunto il tempo di rivedere alcune priorità imposte e dar luogo a quelle studiate caratteristicamente, realizzando ciò che di meglio può offrire la scuola aderente. Ma non solo, poiché così facendo la scuola avrebbe la possibilità di appropriarsi dei mercati scelti per il progetto intrapreso con strategie di insegnamento “mirato” formando così  lo studente sulla concretezza degli apprendimenti, sulla loro collocabilità e l’acquisizione dei criteri  di fare anche impresa individuale.
oltretutto  previste dalla attuale normativa scolastica. In merito al budget,  mi preme rilevare –conclude il Prof. Lella-, il bilancio della mini impresa scolastica si chiuderà ogni anno, come qualunque attività, e valuterà le prospettive degli anni avvenire, programmando nuovi prodotti e ampliando la propria clientela attraverso rappresentanze esterne e una rete informatica preposta. A tal riguardo è doveroso dire, a beneficio della completezza e trasparenza delle informazioni fornite, che la mini impresa scolastica in futuro sarà dotata di un sito internet come vetrina dei propri prodotti».
Con questo progetto, che abbiamo definito rivoluzionario nell’ambito scolastico, forse è giunto il tempo di rivedere alcune priorità imposte e dar luogo a quelle studiate caratteristicamente, realizzando ciò che di meglio può offrire la scuola aderente. Ma non solo, poiché così facendo la scuola avrebbe la possibilità di appropriarsi dei mercati scelti per il progetto intrapreso con strategie di insegnamento “mirato” formando così  lo studente sulla concretezza degli apprendimenti, sulla loro collocabilità e l’acquisizione dei criteri  di fare anche impresa individuale.

 

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