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Auto in fiamme a Monte Sant’Angelo. È del Dirigente comunale D. Rignanese; le sue dichiarazioni

Monte Sant'Angelo, panoramica dall'alto del Castello (foto Emozioni) ndr.
di Nico Baratta

MONTE SANT'ANGELO (FG), 21 GIU. - È bastato un attimo, una diavolina e un’auto è andata in fiamme. Stiamo parlando dell’atto criminale subito dal Rag. Domenico Rignanese (per gli amici, e da qui anche, Mimmo), Capo settore al Comune di Monte Sant’Angelo, nello specifico Responsabile del settore Affari Generali e Responsabile dell’ufficio contenzioso e contratti del Comune angiolino. Il fatto è avvenuto il 20 giugno 2018, in pieno giorno, alle ore 11:20, sotto gli occhi dello stesso Rignanese e nella piazzetta laterale del Comune. A essere avvolta dal rogo una Toyota RAV 4, parcheggiata sempre lì e sotto la finestra dell’ufficio del dirigente comunale. Secondo le dichiarazioni dello stesso dirigente e appena il fuoco ha avvolto la sua auto, lo stesso Rignanese è stato avvisato dai suoi colleghi, alcuni che con degli estintori si sono prodigati a domare le fiamme. Il resto l’hanno fatto i Vigili del Fuoco, accorsi subitamente sul luogo per mettere in sicurezza l’auto e l’area circostante. Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della stazione locale che hanno iniziato le indagini. L’area sarebbe ben coperta da impianti di videosorveglianza, tranne che per la piazzetta dov’era parcheggiato il SUV. Difatti vi sono telecamere sul portone principale del Comune, appartenenti all’impianto di videosorveglianza della città, mentre sul lato vi sono quelle di una banca, presumibilmente panoramiche, perciò a lunga gittata. Purtroppo, come detto, dov’era parcheggiata l'auto pare che non vi siano telecamere. Tuttavia gli inquirenti stanno vagliando ogni indizio, sicuramente affidandosi anche alle telecamere di alcuni esercizi commerciali presenti in zona. Al momento non si comprende il perché del movente dell’atto criminale. Un’ipotesi potrebbe essere il lavoro svolto dal Rag. Domenico Rignanese, impegnato con determinazioni e appalti comunali. L’ultimo, cronologicamente importante, è l’affidamento del parcheggio pubblico a pagamento nella zona ex campo sportivo in zona Castello e via Carlo D’Angiò dell’abitato di Monte Sant’Angelo. Una gara d’appalto vinta da una ditta esterna di Monte, con affidamento della gestione a una persona locale. Per la cronaca quel parcheggio, prima che l’abusivismo prendesse piede, era gestita da un’altra ditta locale, la cooperativa “Gli Angeli - Società Cooperativa A Responsabilità Limitata Siglabile In “coop. gli Angeli A R.l.”, che alla fine dell’anno 2017 fu raggiunta da Interdittiva Antimafia. La magistratura inquirente, già al lavoro, stabilirà cause e colpevoli e nessi attinenti al lavoro ultimo svolto dal dirigente comunale. Comunque, nella tarda mattinata del 20 giugno, sempre da Monte Sant’Angelo, sono giunte voci che affermerebbero di un folto gruppo di auto delle FF.OO. intente a “far visita” a persone note nell’ambito del parcheggio che, ricordiamo, era da poco stato tolto agli abusivi. La notizia dell’auto in fiamme, in pochi attimi, ha fatto il giro del centro micaelico, e non solo, destando inizialmente scetticismo e poi preoccupazione. «Nessuno avrebbe pensato di sentire una notizia dl genere», le prime dichiarazioni sommarie raccolte tra la popolazione. «Mimmo Rignanese è sempre stato una persona rispettata e rispettosa di tutti. Ha sempre lavorato nell’interesse del bene comune anteponendo personalismi», le dichiarazioni a caldo raccolte tra i presenti sul rogo. Eppure qualcuno non la pensa così se ha dato fuoco alla sua auto. E sì perché l’incendio è doloso, dato confermato dallo stesso dirigente dopo aver ascoltato gli inquirenti.

«Stavo in Comune nel mio ufficio, come ogni giorno, lavorando tranquillamente –ha dichiarato a noi il Rag. Domenico Rignanese-. L'auto era parcheggiata sotto il comune, sotto la finestra del mio ufficio. All'improvviso dai miei colleghi mi son sentito chiamare a gran voce che indicavano l'auto. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto l'auto andare in fiamme. C'era già qualcuno che con gli estintori stava domando le fiamme. Poi sono intervenuti i Vigili del fuoco che hanno terminato l'opera di spegnimento e messo in sicurezza l'auto e l'area circostante. L'incendio è doloso –ha affermato deciso Rignanese-. Difatti da una prima perizia degli organi competenti si è riscontrato che le fiamme sono state appiccate con la solita tecnica della diavolina interposta tra il vetro e il cofano dove è presente la plastica della carrozzeria dell'auto. Il fuoco ha fatto il resto, come prevedibile che sia. Non so a oggi se l'automobile possa essere recuperata, ma è un problema secondario rispetto all'atto compiuto».

Ritornando al movente un’ipotesi che aleggia nei bisbigli popolari è quella dell’impiego di Rignanese nell’appalto per il parcheggio sopra detto. «Francamente non ho motivo di essere preso di mira poiché tutto il lavoro che ho svolto è stato compiuto sempre nel rispetto delle regole, della legge e maggiormente con trasparenza. L'ultimo impegno amministrativo –c’ha detto il Dirigente- è stato quello di esser stato impegnato come Presidente della commissione della gara per l'aggiudicazione della gestione del parcheggio pubblico a pagamento nella zona ex campo sportivo in zona Castello e via Carlo D’Angiò dell’abitato di Monte Sant’Angelo. Ovviamente conferendo una gestione trasparente, legale e con tanto di contratto, escludi altri soggetti e, nel caso, combatti l'abusivismo che da tempo dilagava. Posso affermare a gran voce che tutto il lavoro svolto per quest'ultimo atto amministrativo pubblico è stato svolto nel pieno della trasparenza, legalità, chiedendo e fornendo i documenti previsti dalla legge. Tengo a ribadire –ha proseguito il Rag. Rignanese- che non ho ricevuto pressioni a tal riguardo e confido nelle Autorità competenti in materia di Sicurezza e Giustizia affinché facciano chiarezza sull'accaduto, trovando i colpevoli. Sono sereno perché ho agito nel rispetto delle regole. Tuttavia e purtroppo questi atti si ripercuotono sulla serenità della famiglia e della comunità cui orgogliosamente sono parte e che non devono mai essere minate da atti delinquenziali»

Serenctà “distratta” anche da un articolo di stampa di una locale testata giornalistica che invece di concentrarsi sul fatto compiuto la mattina del 20 c.m., ha ripreso vecchi trascorsi riguardanti il Rignanese, senza però completare l’informazione data. Per noi la persona va sempre tutelata, ci teniamo a dirlo e scriverlo, perché dietra a ella c’è una famiglia e una comunità che non deve subire un’informazione recisa e, nel caso, screditante, tra l’altro non in linea col fatto compiuto.

«Approfitto di questo spazio, gentilmente messo a disposizione dalla testata giornalistica e dal giornalista, per dire che non condivido un articolo pubblicato su una testata giornalistica locale, che invece di raccontare i fatti accaduti riprende vicende trapassate, peraltro senza scrivere tutto fino alla fine –ha raccontato Mimmo Rignanese-. Quello che è stato scritto riguarda una vicenda di oltre quarant'anni fa e che, con atti alla mano, sono stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto. Perciò mi ritengo vittima e, oggi, offeso e diffamato da chi non racconta i fatti nella sua completezza. Chi ha commesso tal atto utilizzando i media non può raccontare fatti comprovati che mi vedono assolto e collegarli ad azioni odierne che non hanno alcun nesso. Sono una persona che lavora da molti anni nella pubblica amministrazione e tal scorretto comportamento a mezzo stampa lede la mia immagine, quella difesa da moltissime persone locali e nazionali, rimaste "schifate" da un trafiletto atto solo a offendermi. Chi ha commesso il fatto –ha terminato il Rag. Rignanese- se ne assumerà le responsabilità; quella recisa minoranza che crede a tal infamità, che equivale al niente, si informi e si documenti. La cronaca è il rispetto della verità e, ripeto, da nessuna parte è stato scritto che sono stato assolto con formula piena».

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