Mafia del Gargano. Omicidio Giuseppe Silvestri. [VIDEO] I dettagli dell’arresto dei due assassini
di Redazione
MONTE SANT'ANGELO (FG), 18 APR. - (fonte: Redazione ©NOCPress all rights reserved) Ieri avevamo anticipato l’arresto di uno dei due assassini di Giuseppe Silvestri. Oggi possiamo darvi i particolari dell’operazione, con il video dalla cattura del “Carpinese”, al secolo Matteo Lombardi.
I particolari li abbiamo appresi durante la conferenza stampa presso la
Procura della Repubblica di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia,
svolta oggi giovedì 18 aprile 2019 alle ore 9, alla presenza del
Procuratore Giuseppe Volpe e del Comandante Provinciale dei Carabinieri
di Foggia, Colonnello Marco Aquilio.
Nella mattina del 17 aprile 2019 i Carabinieri della Compagnia di
Manfredonia (FG) hanno tratto in arresto Lombardi Matteo detto
“Carpinese” e Zino Antonio, di 48 e 39 anni, entrambi facenti parte del
gruppo criminale Romito-Ricucci-Lombardi.
Lombardi Matteo è considerato elemento di spicco della predetta
consorteria criminale, mentre Zino Antonio risulterebbe una delle
persone più fidate del gruppo in generale e del Lombardi in particolare.
I due importanti arresti sono il risultato di una lunga ed articolata
attività d’indagine, protrattasi per circa due anni, condotta dai
Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di
Manfredonia e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia, relativamente
all’omicidio di Silvestri Giuseppe alias “l’Apicanese”, avvenuto
all’alba del 21 marzo 2017 in Monte Sant’Angelo (FG).
Intorno alle 5 del mattino del 21 marzo 2017, venivano segnalati ai CC.
alcuni colpi di arma da fuoco provenire dalla via Panoramica di Monte
Sant’Angelo, nonché la presenza di un’auto ferma a centro strada.
Immediatamente giunti sul posto, i Carabinieri accertavano la presenza
di una Fiat Doblò di colore grigio, attinta da diversi colpi di arma da
fuoco, ferma al centro della sede stradale con a bordo il corpo esamine
di SILVESTRI Giuseppe, pregiudicato del posto, crivellato da colpi di
fucile cal. 12.
SILVESTRI Giuseppe, detto l’Apicanese era una figura storicamente
inserita nel contesto della mafia garganica facente capo alla famiglia
“li Bergolis” di Monte Sant’Angelo e denominato “clan dei Montanari”, la
cui mafiosità è stata riconosciuta con sentenza irrevocabile di
condanna all’esito del processo denominato “Iscaro-Saburo”.
Al sodalizio criminale mafioso dei “li Bergolis” si è con il tempo
contrapposta altra consorteria criminale, operante in area garganica: il
clan Romito-Ricucci-Lombardi di Manfredonia, Mattinata e Macchia di
Monte Sant’Angelo.
La contrapposizione tra i gruppi criminali ha dato origine alla faida
ancora in atto, che ha insanguinato (e continua a insanguinare) la
provincia di Foggia.
Questo omicidio – del 21 marzo 2017 - è il primo della sequenza dei tre
“delitti del 21 marzo”: a questo sono seguiti il tentato omicidio di
Marco Raduano, il 21 marzo 2018, scampato ad un agguato nei pressi della
sua abitazione e il recentissimo omicidio di Francesco Pio Gentile, del
21 marzo 2019.
L’omicidio di Silvestri Giuseppe, persona legata agli eredi di sangue
della famiglia li Bergolis, era stato perpetrato a breve distanza di
tempo dalla rapina aggravata alla gioielleria dei Nobili di Monte
Sant’Angelo del 18 febbraio 2017, per la quale erano emersi indizi verso
lo stesso Silvestri Giuseppe, il quale era sospettato di aver
collaborato con i rapinatori, fornendo loro supporto logistico, senza
che però potessero essere trovati elementi di prova certi nei suoi
confronti. Le indagini all’epoca condotte permisero di acclarare la
responsabilità di Maiorano Carmine, 36enne viestano soprannominato “il
Toro”, a sua volta appartenente al clan Perna di Vieste, che veniva
arrestato, sempre dai Carabinieri della Compagnia di Manfredonia il 28
marzo 2018 e trovato nascosto armato di pistola all’interno della
proprietà di Perna Girolamo, esponente di spicco dell’omonimo clan ed a
sua volta legato ai li Bergolis.
L’accurato sopralluogo dei Carabinieri consentiva di rinvenire tracce
biologiche che, esaminate da parte del RIS di Roma, hanno evidenziato il
DNA di Lombardi Matteo su quasi tutte le cartucce esplose e rinvenute,
in maniera pressoché esclusiva e consistente.
Tale importantissimo ed inequivocabile riscontro, unitamente alle
risultanze investigative delle attività tecniche consistenti in
intercettazioni e analisi dei tabulati telefonici, ha permesso di
smentire la versione sin da subito fornita da Lombardi Matteo, che aveva
dichiarato la propria estraneità ai fatti e di trovarsi già in
Lombardia alla data dell’omicidio. Tale affermazione veniva inoltre
rafforzata da quelle di Zino Antonio, che testimoniava falsamente di
aver accompagnato Lombardi Matteo nel Nord Italia, fornendogli un alibi,
nel tentativo di depistare le indagini.
In realtà le indagini hanno consentito di demolire l’alibi del Lombardi e
di dimostrarne la falsità, cosicchè lo stesso falso alibi si è
trasformato in ulteriore elemento di accusa.
La cattura dei due, avvenuta a seguito di giorni di appostamenti e
servizi di osservazione e controllo da parte dei militari, segna un
altro importantissimo colpo alla criminalità organizzata operante nella
provincia di Foggia.
FOCUS:
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