Moro Educatore sesto appuntamento: il riformatore della scuola per merito
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Il Pres. Aldo Moro (foto web) ndr. |
BARI, 18 APR. (Com. St.) - “L’accesso alla scuola in Italia non può basarsi sul reddito ma sul merito”, è un principio affermato da Aldo Moro e messo in pratica, con la riforma della scuola media, resa obbligatoria nel 1963 e con la nascita contrastata della scuola materna, varata dal terzo Governo Moro nel 1968, per i bambini dai tre anni all’età scolare.
Lo ha ricordato Gero Grassi - già componente della Commissione
parlamentare d'inchiesta sul Caso Moro - nell’introdurre nell’Aula di
via Gentile a Bari il sesto incontro del progetto “Moro: Educatore”,
promosso dal Consiglio regionale della Puglia, d’intesa con l’Ufficio
Scolastico Regionale, l’Ipsaic e la Società Italiana di Scienze Umane e
Sociali (Sisus).
La scuola aperta a tutti, il figlio dell’ingegnere seduto accanto a
quello del contadino, era inaccettabile negli anni Sessanta per chi
restava legato al passato e non guardava al futuro. Vedeva danneggiati
pesantemente gli interessi di certi imprenditori, costretti a costituire
con manodopera salariata le braccia malpagate degli adolescenti, figli
di famiglie povere. E Grassi ha offerto la testimonianza dei nomi di
tanti bambini e ragazzi tra le vittime di incidenti sul lavoro e atroci
incendi nelle solfatare siciliane.
La scuola è stato il tema dell’incontro, con la prof.ssa Loredana Perla
dell’Università barese. Moro insegnante, docente universitario, il suo
ruolo da statista nei confronti della pedagogia, dell’insegnamento,
dell’educazione: una parte dell’intero Aldo Moro, la componente di “una
storia difficile, complessa, articolata, qual è stata la sua”, ha fatto
presente la prof.ssa Perla.
Il campo educativo è quello in cui il lato umano, la personalità fanno
la differenza e Moro – ha aggiunto - era uomo di cultura, di
riflessione, non amava il conflitto e non divideva il mondo in modo
manicheo, tra bianco e nero. Cercava il confronto pacato, la ragione e
la ragionevolezza prevalevano sulla tensione emozionale.
Nel corso dell’incontro, Grassi ha fornito una nuova “notizia
criminale”: un testimone ha sostenuto di recente di aver visto alle 6,30
del 16 marzo 1978, nell’auto appostata sotto casa di Moro al Trionfale e
accanto al capo delle BR Mario Moretti, un individuo riconosciuto poi
in via Fani nella zona ad accesso riservato alle Forze dell’ordine e
agli addetti ai Servizi. L’auspicio è che la testimonianza voglia essere
fornita anche all’autorità giudiziaria.
Prossimo appuntamento il 16 maggio, ultimo del primo anno del progetto
biennale, il tema sarà Moro e lo Stato. Interverrà il prof. Antonio
Incampo, sempre dell’Università di Bari.
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