Crollo viadotto A6, geologi: conoscere il territorio per minimizzare i rischi e salvare le vite umane
![]() |
Corpo di frana che ha determinato il crollo del viadotto autostradale (foto CNG - Google Maps) ndr |
ROMA, 25 NOV. (Com. St.) - “L'evento che si è verificato sull'autostrada A6 Torino-Savona è simile a quello di qualche anno fa in Sicilia, che interessò il viadotto di Scillato. Come esempio cito anche il crollo del ponte sul Rio Santa Lucia, della statale n.195 tra Cagliari e Capoterra dello scorso anno, ma sono purtroppo tante le criticità di tipo idrogeomorfologico che interessano le infrastrutture del Paese”. Queste le parole di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi intervenendo sul crollo del viadotto ‘Madonna del Monte’ sull’A6 Torino-Savona a causa di una frana. “Si stima – spiega Peduto - che circa il 90% delle problematiche legate alle infrastrutture italiane sono determinate non da fattori strutturali, bensì dovute a criticità idrogeologiche. In tal senso, le parole d'ordine sono sempre le stesse: prevenzione, manutenzione del territorio e delle infrastrutture, monitoraggi strumentali, satellitari e tecnico-esperti attraverso il presidio territoriale. Parole che ripetiamo spesso dopo ogni evento idrogeologico significativo, che purtroppo in Italia non riescono a diventare un fatto concreto” denuncia il Presidente del CNG.
“Gli eventi piovosi degli ultimi giorni hanno determinato fenomeni alluvionali e franosi che ancora una volta in diverse parti del Paese hanno causato vittime ed ingenti danni a strutture ed infrastrutture”. Così Lorenzo Benedetto, Consigliere e coordinatore della commissione difesa del suolo del Consiglio Nazionale dei Geologi. “I primi dati disponibili ci fanno ritenere che il crollo di un tratto del viadotto sull’A6 è stato determinato da una frana di colata rapida di fango e detriti innescatasi nella parte alta del versante a causa, molto probabilmente, di ingenti quantitativi d’acqua provenienti da una strada presente nell’area di nicchia. Il materiale staccatosi si è successivamente incanalato nell’impluvio sottostante fino ad arrivare nella parte bassa dove ha impattato sulla struttura stradale determinandone il crollo. Dunque siamo difronte all’ennesima dimostrazione che la sicurezza dei ponti e dei viadotti va assicurata non soltanto monitorando il degrado dei materiali che li costituiscono, ma come sosteniamo da tempo vanno monitorati anche e soprattutto i rischi geologici a cui sono soggetti” afferma Benedetto.
![]() |
In cartografia il dettaglio dell'area della frana che ha determinato il crollo del viadotto autostradale (fonte CNG) |
lagazzettameridonale.it © All Rights Reserved (Tutti i diritti di questo articolo sono Riservati)
Nessun commento