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Calcio. Penalizzazione Foggia Canonico non ci sta

la dirigenza del Foggia Calcio (foto web) ndr

di Mario Schena

FOGGIA, 11 NOV. - Come un fulmine a ciel sereno sul Foggia si è abbattuta la mannaia della giustizia sportiva ed il Tribunale Nazionale Federale ha stabilito di comminare al Foggia quattro punti di penalizzazione in classifica da scontarsi nell’attuale campionato e sei mesi di inibizione per il presidente Nicola Canonico e quattro per la vicepresidente Maria Assunta Pintus. La motivazione risiede nella rilevazione da parte del TFN di alcune violazioni relative alle normative federali in materia di acquisizione di partecipazioni societarie riconducibili alla cessione, avvenuta in estate, della maggioranza delle quote della società rossonera dalla Pintus a Canonico. Il Foggia Calcio ha prontamente emanato un comunicato stampa in cui viene riportato che la vicenda è relativa ai ritardi nella trasmissione della documentazione inerente la compravendita convocando una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Il Presidente Canonico, l’Avvocato Chiacchio, il Vice Presidente Masi, l’Amministratore Delegato Carbotti e il segretario del Calcio Foggia, Pippo Severo, in merito al dispositivo di sentenza per i rossoneri. Queste le parole di un risentito Presidente Canonico anche nei confronti di parte della stampa: “Era importante che mettessi la faccia. Ho sentito parlare di cose che nessuno conosce. I fatti sono due uno è legato al deposito dell’atto il 22 giugno firmato ma registrato il 7 luglio e depositato giorno 8 mattina. Più veloci non potevamo essere. Ci contestano anche di allegare due certificati dei casellari carichi a cui ho fatto le autodichiarazioni che bastano per sostituire i certificati. Dal 22 giugno avevo 6 giorni per iscrivere la squadra ma questa situazione con l’iscrizione non c’entra. Si è creato questo caos per un primo grado fiduciosi per quello che sarà l’appello. Ho sempre parlato con serenità. È un fatto che sarà risolto. La società non deve pubblicare nessun deferimento. Se qualcuno pensi che io mollo alla prima contestazione non mi conosce. In questi 15 anni non ho mai avuto punti di penalizzazione. Così come ho rispetto per gli organi federali loro devono rispettare noi e farci raccontare i fatti. Quello che mi ha fatto arrabbiare è che non sono un soggetto che nessuno conosce soprattutto una persona che entra in una società ed è conosciuta. Questa è una norma che è entrata in vigore ad aprile. Sei mesi di squalifica per un presidente crea un danno di immagine e destabilizza un giocattolo che rischia di rompersi. Molti giornalisti raccontano qualcosa che non esiste per fomentare la tifoseria. Quali ombre su Canonico dovete ancora scoprire? Con una società che paga gli stipendi in regola. Tutta la stampa ha lo stesso livello per me. L’abitudine di parlare troppo non porta benefici perché la squadra deve far parlare in campo. Togliere la fascia da Capitano a Curcio l’ho fatto per non dare pressioni mediatiche al calciatore che veniva messo al centro delle problematiche per i risultati e preso di mira dai tifosi. È stato fatto un caso inutile. I capitani vengono scelti dal gruppo squadra e dalla società. Mi portate a difendere il nostro operato che va sempre nell’interesse per il bene del Foggia. Non ci sono casi e problemi. Siamo una società sana che vuole andare avanti e vuole divertirsi. Volevo rinforzare la squadra e il mister mi ha detto che stiamo bene così. C’è stima tra me e il gruppo squadra. Si insinuano le ombre. In cuor mio so, poi aspettiamo i gradi di giudizio. Sono fiducioso della memoria difensiva”. Ora non resta che attendere i successivi gradi di giudizio che potrebbero attenuare o annullare la sanzione nei confronti del sodalizio rossonero che pare abbia cucito addosso una sorta di “maledizione” che lo perseguita. Ad essere obiettivi la sanzione sembra pesante se i fatti sono effettivamente quelli esposti dal presidente del Foggia. Il dubbio che si insinua è che in certi casi si possano usare misure di giudizio troppo pesanti senza tenere conto dell’effettiva realtà dei fatti, ma sia ben chiaro noi non siamo a conoscenza degli atti e quindi non ci schieriamo a favore o contro nessuno.


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