Un partito per il Sud: «Il Risorgimento continua. Decolonizziamo il nostro amato Sud, liberiamo la nostra terra!»
I sostenitori per un partito per il Sud dell'Italia (foto allegata) ndr. |
MONTE SANT'ANGELO (FG), 03 SET. - Prende sempre più corpo l’idea di fondare un partito tutto meridionale. Pino Aprile il 24 agosto 2019, presso la Grancia,
a Brindisi di montagna, in provincia di Potenza, con decine e decine di
simpatizzanti ha realizzato il primo raduno nazionale.
Un partito per il Sud dell’Italia, non per contrapporsi a quelli attuali
o, come tanti credono, a una Lega nordista più che nazionalista. Ogni
partito politico oggi presente in Parlamento parla tanto di
provvedimenti urgenti per il Mezzogiorno d’Italia per poi dimenticarli
negli investimenti sostanziali; qualche priorità dovuta (direbbe Totò
«quisquiglie») a emergenze improrogabili e vitali. Ma poi tutto ritorna
come prima, con una terra dimenticata per poi essere ricordata al voto.
Nulla di tutto ciò. Per il Meridione, dalla Grancia è emerso che ci
vuole un partito, o movimento che sia, che porti avanti le istanze dei
“terroni”, fieri di esserlo, che dia fiato e energia a chi vorrà
mettersi in gioco per portare in tutte le istituzioni politiche ciò che
davvero ha bisogno il Mezzogiorno d’Italia.
Uguaglianza e pari opportunità il “verbo” guida del progetto,
contrapponendosi a quella Autonomia differenziata che il Governo
vorrebbe attuare e sancire costituzionalmente. «Il Sud non vuole
l'elemosina compensativa, né uno sputo, né uno schiaffo da parte della
parte più ricca a danno dei più poveri. Il Sud vuole l'equità ovvero gli
stessi diritti, le stesse infrastrutture, gli stessi treni e le stesse
autostrade (del Nord, ndr.)». È ciò che Pino Aprile ha dichiarato in una
sua recentissima apparizione video sul web.
A oggi un partito per il Sud non ha ancora un nome e un simbolo. Tutto è
in fase embrionale. Pertanto occasione ghiotta per far esprime chi ne
vorrà far parte di dire la sua, di partecipare alla fondazione, di
suggerire idee, azioni, nome e simbolo. Sarebbe ottimo aprire una
discussione su questi temi. La rete è piena zeppa di strumenti per
farlo. Una pagina facebook potrebbe essere la prima piattaforma per
imbastire la discussione, sviscerarla e, tutti insieme, decidere.
L’idea è di un nostro conterraneo, fiero di essere terrone e
montanaro. Lui è Matteo Notarangelo, da Monte Sant’Angelo, che ancora
una volta interviene sul tema. Lo fa senza evocando un nuovo
Risorgimento, che dia centralità al Sud Italia, senza rinnegare il Nord
ma ponendolo sullo stesso piano. Un Risorgimento che ripopoli il
meridione, da sempre sfruttato e colonizzato, assistito e depauperizzato
da chi investe in questa terra, trasferendo i proventi Oltrepò.
Lettera aperta ai Meridionali del movimento 24 agosto di Grancia - di Matteo Notarangelo
«Carissimi,
la soluzione della colonizzazione della nostra terra non può che essere politica.
Per politica, intendo l'organizzazione di un movimento di popoli capace
di essere presente con proprie liste elettorali in ogni chiamata, in
primis quella nazionale.
In Parlamento e nei consigli regionali, provinciali e comunali, dobbiamo esserci.
Ogni altra soluzione, ci rende subalterni ai partiti nazionali ed ai
loro compromessi gruppi dirigenti, che si alimentano di patti
territoriali e di soldi pubblici.
Il Risorgimento continua. La sottomissione dei popoli del Sud è
evidente: i nostri paesi si spopolano e oltre 2 milioni dei nostri figli
e fratelli sono emigrati.
Il nostro Movimento, politico-elettorale, "un’élite anche poco numerosa,
ma che abbia idee chiare e sia spietata nella sua funzione critica e
intransigente nella sua azione", deve, urgentemente, darsi un
organizzazione ed avviare e costruire un programma politico con la sua
gente.
Il primo punto del nostro progetto politico può essere L'AUTONOMIA, cosa
diversa dal regionalismo e dal federalismo, dal particolarismo e dal
separatismo.
"L'autonomismo e l'élite rivoluzionaria -scriveva Guido Dorso- avrebbero
disfatto il blocco delle classi dirigenti del meridione e dissolto la
sua innaturale alleanza con gli interessi delle classi dirigenti del
Nord".
Per liberare il nostro SUD, la nostra Terra, dobbiamo saper agire in
questo momento storico, politico, economico, sociale e culturale.
Dobbiamo saper strutturare un unico e democratico progetto politico di
tutti i Meridionali presenti nel mondo per superare la recente crisi
dello Stato italiano, nato dalla "conquista regia" risorgimentale.
Carissimo Pino, è l'ora di un nuovo inizio. È l'ora di idee chiare.
Decolonizziamo il nostro amato Sud, liberiamo la nostra terra!».
FOCUS:
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