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Omicidio Fischetti. Domani l’appello alla Corte d’Assise di Bari. La madre chiede giustizia: «si trattò di omicidio volontario»

Felice Fischetti (foto E.S.) ndr.
di Nico Baratta

MONTE SANT'ANGELO (FG), 09 LUG. - A pochi giorni dal secondo anno cui ricorre la dipartita del giovane 23enne Felice Fischetti di Monte Sant’Angelo, per mano di Rinaldi Luciano Antonio, come riportano sommariamente le carte processuali, a Bari presso la Corte d’Assise d’Appello mercoledì 10 luglio p.v. si celebrerà il processo d’Appello. Il primo processo ha condannato il Rinaldi a 10 anni di reclusione, più mesi 6 per l’aggravante dei futili motivi e altri 6 mesi per lesioni aggravate, oltre al pagamento di varie spese e al pagamento di una provvisionale provvisoriamente esecutiva di € 100.000,000 in favore dei genitori di Felice Fischetti, come riportato nella sentenza n° 9007/2018 N.R.P.M – n° 6956/2017 R.G. Gip, dell’udienza del 13/09/2018, presso il Tribunale Ordinario di Foggia. 
 
Per la cronaca, in breve, il 16 luglio 2017, il giovane Felice Fischetti fu accoltellato da Rinaldi Luciano Antonio perché credeva che avesse urinato sotto il suo uscio. Tre giorni dopo, trascorsi in coma, il 19 luglio 2017, a San Giovanni Rotondo presso l’Unità Operativa di Rianimazione 2 dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, Felice muore. Secondo il referto e come riportato nella sopradetta sentenza, la morte è ricondotta a una “sindrome da disfunzione multiorganica-multisistemica determinata in primis da uno shock emorragico in soggetto con lesione da punta e taglio della parete anteriore della arteria iliaca esterna destra”.


Il primo processo, come detto, ha condannato il Rinaldi per “omicidio”. Un processo, quello del 13 settembre 2018, svolto col rito abbreviato, che non ha soddisfatto la parte lesa e che ancora oggi chiede la “giusta giustizia”.

«Chiedo ancora giustizia. Nel primo processo ho chiesto giustizia ma non ne ho ricevuta –il commento della mamma, la sig.ra Ermelinda Santoro, a margine della sentenza in primo grado-».

Oggi, e dopo le valutazioni dei legali che si stanno occupando del caso, la sig.ra Santoro ritorna a chiedere giustizia: «Spero che non venga riconfermata la sentenza in primo grado, quella di omicidio preterintenzionale e che i giudici la trasformino in volontario. I giudici, vorrei capire -affonda la mamma di Felice- come fanno a dormire la notte sapendo che c'è una mamma che soffre la perdita di suo figlio ammazzato con un coltello dalla lunghezza di 30 cm e con lama da 18, tra l'altro cambiato quando i due Carabinieri all’atto del fermo gli ordinarono di consegnare loro l’arma e Rinaldi estrasse dalla tasca dei pantaloni un coltello a serramanico con una lama di 8 cm? Come fanno a sottovalutare questo gesto di tentato occultamento dell’arma che ha ammazzato mio figlio, coltello verificato dai due dell’Arma col risultato che non poteva cagionare la ferita inferta a Felice e poi consegnato dal Rinaldi dopo che gli è stato intimato di consegnare il coltello giusto? In Appello, il 10 luglio a Bari, voglio giustizia, ma quella vera, quella giusta –l’accorata e decisa richiesta della sig. Ermelinda-».

Il Rinaldi in quell’occasione ferì con la stessa arma l’amico con il quale passeggiava Felice, un giovane montanaro al tempo 22enne.

Il Rinaldi oggi è difeso dall’avvocato Ettore Censano, mentre la famiglia del giovane Felice dagli avvocati Innocenza e Giovanni Battista Starace, del Foro di Foggia, che si sono costituiti Parte Civile per la famiglia difesa e per il ragazzo di cui sopra rimasto ferito.

Il 10 luglio 2019 è prossimo e solo dopo questa data sapremo se la sig.ra Ermelinda, a Bari, otterrà la «giusta giustizia» richiesta, cui i legali porteranno altre dimostrazioni per l’aggravamento del reato emesso in primo grado, preterintenzionale, a omicidio volontario. 

Ovviamente questo spazio è aperto alla controparte per risposte, rettifiche e ciò che vorrebbe comunicare. 

FOCUS: 
- Monte Sant’Angelo, assassinio Fischetti. «Non ho avuto nessuna giustizia…solo 10 anni» il grido di dolore e rabbia della mamma.

- Monte Sant’Angelo, assassinio Fischetti. «Ho chiesto giustizia, ma non ne ho ricevuta. Per la legge mio figlio vale meno di 100 gr. di droga» lo sdegno della mamma.



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